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• AMARCORD: NAPOLI-CHIEVO, SALUTANDO IL 2009... •

17/12/2009 09:31:59

Lo show dei record: sugli schermi del Sant'Elia, in un pomeriggio atipico caratterizzato da funambolismi marziani, tra domini, rimonte, sbeffeggi e nervosismi, la banda di mago Mazzarri è entrata nella storia della società partenopea pareggiando la striscia più lunga di risultati positivi, nove, che apparteneva al Napoli di Diego al suo primo anno in azzurro, al Napoli di Marchesi, ad un Napoli che nel volgere di poche stagioni, pochissime in verità, avrebbe poi tagliato il traguardo del suo primo tricolore. Il tango della mattonella, e tutti giù per terra, una giocata in un centimetro quadrato ed il Pocho porta in vantaggio gli azzurri, raddoppia Pazienza, e pazienza se i rossoblu, pescando jolly su jolly, si ritrovano improvvisamente e clamorosamente in vantaggio, ci pensa Bogliacino a far zittir Cellino! Il Napoli proprio non sa perdere, e non si tratta di una contingenza di vento in poppa, no, il livornese non si affida all'umorale mutevolezza del dio Eolo ma alla solida e costante avanzata a forza di remate, e il battello va, arrampicandosi lungo una classifica costantemente e ripetutamente assestata da scosse telluriche che favoriscono un promiscuo e susseguito accavallamento di squadre, tra capitomboli e repentine risalite, tutte collocate nell'infinitesimale frazione di un battere di mani. Un solo punto dall'Europa League, quattro dal quarto posto targato Parma, che tuttavia nel prossimo turno è atteso da una trasferta molto complicata, per cui col volgere favorevole di questo eone calcistico il Napoli potrebbe trovarsi a brindare all'anno nuovo col sorriso di una posizione invidiabile, attendendo che la Befana porti nella calza quel paio di innesti che assestino definitivamente una squadra formata già da tante eccellenti individualità. Il decimo risultato consecutivo è li ad attendere la compagine partenopea, come il sacro Graal su di un altare, pronto ad essere impugnato dai templari azzurri, cavalieri fedeli di papa De Laurentiis, nella loro crociata verso il regno dei cieli europei. L'ostacolo da superare, ostico, di sicuro da non sottovalutare, nonostante a donare un'ulteriore spinta all'undici azzurro ci sarà la bolgia del San Paolo, è il Chievo, la sorpresa Chievo che a tutti i diritti ormai può essere considerato una realtà positiva del calcio italiano. Incontro atipico, poco masticato nella storia dei campionati, essendosi disputato nell'arena di Fuorigrotta solo in 3 circostanze – questa sarà la quarta – delle quali le prime due, nell'arco dello stesso anno solare, in serie B. I precedenti tra le due formazioni vedono il Napoli trionfatore in due circostanze, con un pareggio a reti bianche nell'incontro rimanente, ed un computo realizzativo di 6 gol all'attivo contro i 2 subiti. Il 25 aprile 1999 in un'anonima stagione di B che il Napoli concluse al decimo posto, l'incontro, assolutamente inedito, terminò con un monotono 0-0, ma nello stesso anno, stagione di B successiva però, le due squadre si fecero quasi perdonare delle reti inviolate del primo tentativo, donando al pubblico del San Paolo un match con 5 realizzazioni. La stagione 1999-2000 fu quella della risalita in A per il Napoli, sotto la guida di un altro Walter, Novellino, un Napoli che ebbe nella difesa, la meno battuta del torneo, ed in Stefan Schwoch, secondo nella classifica capocannonieri con 22 reti, le due armi principali per il raggiungimento di quel secondo posto, viatico per un ultimo assaggio di A prima di un lungo, lunghissimo, interminabile cammino, annaspando tra le onde della serie cadetta (pronta a riaccogliere gli azzurri dopo un solo anno) e passando anche attraverso la fossa senza lapide del fallimento. In quel Napoli-Chievo di inizio campionato – era il 10 ottobre – gli azzurri si imposero con un walzer di reti incredibile, segnate nell'arco del primo quarto d'ora della ripresa. Oddo siglò il vantaggio al 7', immediatamente raddoppiato proprio dal bomber Schwoch al 13'. Tre minuti, solo tre minuti, e Zanchetta su calcio di rigore accorciò le distanze ma neanche un giro di lancette fu sufficiente al Napoli per tornare sul doppio vantaggio con l'ordinato polmone di centrocampo Oscar Magoni. La rete di Cossato poco dopo la mezz'ora fissò il risultato sul 3-2 finale, successo importante per un Napoli che ad inizio di quel campionato utilizzava il San Paolo come banca per mettere in cassaforte quanti più punti fosse possibile, mostrando, già allora, diversi problemi quando si trattava di calcare palcoscenici differenti da quello casalingo. Lo scorso anno il 3-0 sul Chievo fu la decorosa conclusione, proprio all'ultima di campionato, di un indecoroso girone di ritorno. Il Napoli di Donadoni trionfò con le reti di Montervino, Bogliacino e Pià in un'atmosfera surreale tra spalti semi-vuoti, striscioni che osteggiavano società e calciatori ed una protesta che ebbe il suo culmine a venti minuti dalla conclusione dell'incontro e dell'agonia di un torneo trascinato in uno stato di semi-coma indotto, allorchè tutti i tifosi abbandonarono in anticipo le curve. L'ansia sale in vista dell'ultimo incontro dell'anno, l'entusiasmo anche inizia ad anastetizzare i muscoli con la trance della passione, e si attende solamente che l'incontro di domenica costruisca la degna cornice ad un 2009 vissuto in una sorprendente ed emozionante climax ascendente. Questo è l'azzurro e la magia di un gioco che travolge gli umori, vissuto di pancia e non di testa, tra la gioia, il rammarico, la delusione e la speranza...e se talvolta dovesse capitare di camminare in bilico sulla linea sottile di una decenza, i cui confini incerti ed impalpabili sono tracciati da un perbenismo smerciato come demagogia al peggiore offerente, chi se ne frega...il calcio non è l'ondulato percorso di un martellante tichettare su di una tastiera, come non è congettura, analisi, valutazione o esegesi...il calcio è pelle, l'adrenalina che scorre come una scarica elettrica nelle vene...con tutto l'orgoglio che c'è nell'essere tifosi...con tutto l'orgoglio che c'è nell'essere napoletani...


di Emanuele Gargiulo

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Caffè
Di Sergio - scritto il 17/12/2009 15:00:03

Grazie, nunziolyon, fà sempre piacere trovare tifosi che la pensano come te. . . un caffè pagato. . . .

Ciao e un saluto a tutti. . .


analisi!!!!!
Di nunziolyon - scritto il 17/12/2009 13:19:43

per sergio ai fortamente ragione!!!!!! au revoir


Templari
Di Sergio - scritto il 17/12/2009 11:47:51

Caro Gargiulo, speriamo che la tua metafora non si addica agli azzurri, i cavalieri Templari com’è noto, fecero una gran brutta fine. . . imprigionati, torturati, mandati al rogo. D’epico in questa squadra c'è invece il sacro fuoco che li spinge alle rimonte impossibili, a non essere mai domi anche al cospetto, d’avversari sulla carta più forti (meno male che si gioca sull'erba).

Questo si! Amplifica la sensazione d’orgoglio, d’appartenenza a questi colori.

Non bisogna necessariamente essere Napoletani di nascita, ci sono molti tifosi innamorati degli azzurri fino a rasentare una vera e propria patologia psichica, (tra cui io), che non parlano il napoletano, io ad esempio parlo il romanesco, ma la cosa che mi colpisce di più, che quasi tutti i Napoletani si sorprenderebbero di meno se vedessero atterrare un disco volante a Piazza Plebiscito, piuttosto che ascoltare un innamorato del Napoli che non parli il dialetto partenopeo.



E su questo argomento avrei tanti di quegli aneddoti, da poter scrivere un libro.



Lo stesso Carmando quando arrivavo nei ritiri esclamava: "O gesù un romano tifosissimo del Napoli, cos'é pazz!", ma si vedeva che ne era contento.



Stranamente invece, trovano tutti normale che i Salernitani, i Pugliesi, i Calabresi i Siciliani tifino: Juve, Milan, Inter. . .



E questo a volte come ebbi a dire ad un giovane giornalista sportivo a seguito degli azzurri, rasenta il provincialismo.



Un caro saluto.



p. s: ma sei per caso parente di quel Gerardo Carmine Gargiulo che cantava negli anni 70:"Napule more"??


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