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• DOMENICA MAZZARRI FESTEGGIA LE 200 PANCHINE IN SERIE A •

17/12/2009 18:49:01
Ce ne sono di egoisti e sognatori, di gelidi e impetuosi, di geometrici ed astratti. Mazzarri però si tira fuori dagli schemi. «Sono un riflessivo e basta», dice quando si racconta. Sì, che sia meticoloso, accorto e previdente è vero, ma è quel «basta» che è di troppo. Perchè vivaddio non rinuncia alla spavalderia.

All'emozione. E forse domenica un po" si emozionerà . Perchè contro il Chievo taglierà  un altro traguardo prestigioso, quello delle duecento panchine in serie A. D"accordo in prima fila al San Paolo ci saranno il Chievo, la partita, il risultato, quella «prestazione» che per lui è sempre la cosa più importante, ma poi ci sarà  anche spazio per un po" di storia personale.

«Che è storia bella. Sono contento di tutto quanto fatto sino ad ora. Anche perchè duecento volte in A non è roba di poco conto», riflette soddisfatto. Ma pure convinto, l'allenatore azzurro, che il bello deve venire ancora. Intanto, duecento volte a bordocampo a disegnare a braccia larghe nell'aria chissà  cosa e a dettare ordini e posizioni che nella bolgia dello stadio chi sta in campo magari fa fatica pure a percepire.

Duecento volte in giacca e collo della camicia bianca sbottonato per un tempo, poi via la giacca e camicia e basta. Sempre così. Un rituale spontaneo eppure sempre uguale. Anche quando è tempo di sciarpa e di cappotto. Perchè Mazzarri è di quegli allenatori passionali e appassionati ai quali basta il caldo del pallone per star bene.

«E - racconta divertito ma sincero - che bello festeggiare al San Paolo, alla vigilia di Natale e sulla panchina di un Napoli che sta facendo grandi cose. Sembra fatto apposta. E se poi la partita andrà  come vogliamo noi, beh, allora sarà  davvero festa grande». Duecento panchine in serie A e l'orgoglio d"una carriera che nasconde pure un record.

In periodi di allenatori che fanno carriera in un minuto, infatti, lui oltre ad aver cominciato dalla babypanchina dei ragazzetti del Bologna, ha percorso i sentieri della C2, della C1 e della B prima d"arrivare alla Reggina, alla Samp, al Napoli, alla serie A che ora gli appartiene. E il record sta nell'aver sempre vinto i suoi personali campionati.

Nell'essersi migliorato sempre, anno dopo anno. Nell'aver percorso in appena tre stagioni, il minimo possibile, quel sentiero in salita che va dall'inferno della C2 al paradiso della A. Ma si chiama Napoli il «record» del quale Mazzarri parla ben più volentieri. Una squadra cambiata da così a così. Anima, gioco, risultati, una classifica eccellente.

E poi quelle impossibili eppure possibili rimonte. Più che un record, è questo il miracolo Mazzarri. Una storia affascinante. Coinvolgente. Che eccita il popolo azzurro del pallone e che allo stesso modo mette il pepe anche a chi è protagonista in campo. «No, il Napoli non può accontentarsi di una classifica mediocre, di un campionato da anonima comparsa.

Il Napoli è ambizioso. E la sua ambizione, quella più immediata, è quella crescita costante che a fine stagione può e deve portarlo nel calcio internazionale. In Europa League», dice Quagliarella ufficializzando la sfida azzurra al campionato. E ha titoli per parlare a nome della squadra, il bomber. Di una squadra che depressa sino a ieri, con Mazzarri ha ritrovato il sorriso e la fiducia.


Fonte: 9online

di M.I.

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