

L'opinione di un grande mister ai microfoni di Radio Goal. Alberto Zaccheroni, lontano già da un po' dalle panchine, ma sempre pronto a dispensare la sua conoscenza calcistica ha commentato la vittoria di ieri degli azzurri, trionfo per una volta figlio anche del cinismo: “Il cinismo è un aspetto sicuramente positivo però bisogna vedere il Napoli nel lungo periodo il cambio di gestione è stato effettuato poco tempo fa, bisogna ancora aspettare anche se è evidente che la squadra abbia cambiato marcia. - e parlando di se e della sua prolungata assenza dalle panchina tanto che si può affermare che, a differenza dal solito, nel suo caso non è il presidente a scegliere l'allenatore ma viceversa- Io sono esigente sul piano del gioco, mi piace ottenere il risultato attraverso il gioco, è stata la mia prerogativa e non vedo perchè la debba cambiare. Io credo che nessun presidente possa dire “io non ho preso Zaccheroni perchè non ho trovato un accordo economico”. Il mio primo contratto biennale l'ho fatto al Milan dopo quindici anni di carriera, sono arrivato a un punto che continuo a farlo quasi come hobbie. La panchina migliore per un allenatore che vuole fare calcio è Udine. Un ritorno ad Udine? Io ritengo il mio lavoro svolto ad Udine per fare un paragone, al dipinto della Giconda, è inutile provare a migliorarla, lasciamola cosi. A Udine ci andrei solamente per affetto se si trovasse in momento di vera difficoltà ma non credo che sia al momento migliorabile quel terzo posto a sei punti. Un Napoli avvantaggiato perchè non gioca in Europa? Io credo che Milan Fiorentina Genoa, le squadre che fanno l'Europa siano sotto alle aspettative, stiano rendendo meno, se guardiamo la classifica della Fiorentina è buona ma è in compagnia di squadre decisamente inferiori. Io credo che il vantaggio del Napoli sia quello dell'arrivare da dietro, della rincorsa, di colui che godeva di poco credito e per cui subisce meno pressione delle altre piazze. La Juve? Uno che fa l'allenatore non può dire a priori no, dopo è chiaro che bisognerebbe parlare e cercare di capire com'è la situazione, come vogliono procedere in che condizioni ti mettono per lavorare, ma non credo che la Juve cambierà perchè Ferrara fa parte di un progetto più lungo non immediato, ma a Milan hanno più pazienza, alla Juve c'è la cultura dell'azienda e l'azienda deve sempre produrre risultati”.
Fonte: Radio Goal
di Emanuele Gargiulo

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