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• AMARCORD: NAPOLI-GENOA, DA SFATARE IL TABU' ROSSOBLU •

28/01/2010 19:42:12

Si stu' gol vene 'a Maggio, nuje p' 'a Champions stamme cca'” - da intonare sulle note della celebre canzone partenopea – ebbene si, il Napoli dopo aver sbancato il totocalcio facendo tredici, è andato oltre, raggiungendo il 14esimo risultato utile consecutivo (ancora una vittoria in trasferta) puntando adesso al bingo. La squadra è solida, ha trovato la quadratura-del cerchio-sul rettangolo di gioco, ha identità, grinta, ed ha acquisito anche una certa maturità nell'affrontare al meglio qualunque incontro, se poi capitano anche gli eurogol, come quello di Quagliarella a Bergamo e quello di Superbike a Livorno, che vanno a sbloccare due trasferte tutt'altro che semplici, se poi il pirata Morgan si traveste da Banji Price volando da un palo all'altro della porta e neutralizzando due rigori consecutivi, allora vuol dire che al fianco degli azzurri, come ancella di lusso, cammina anche quella componente “C...” che è di certo fondamentale per il raggiungimento di qualunque grande risultato. Siamo ormai agli sgoccioli del mercato di riparazione, ma sembra sempre più evidente che il Napoli non abbia intenzione di muoversi nell'immediato, semmai si pensa già ai rinforzi sostanziali per giugno, mossa forse un po' avventata questa, ma se il mago Mazzarri riesce ogni volta a travestirsi da re Mida facendo diventare oro tutto ciò che inventa – come Cigarini sulla trequarti – allora in ogni caso c'è da ben sperare. Sabato in anticipo incomincia al San Paolo una serie di “incontri di Gala”, che vedrà in carrellata passare per Fuorigrotta tutte le maggiori candidate all'Europa, Genoa, Inter, Roma, Fiorentina, Juventus, potendo così contare sul classico dodicesimo uomo, che scende in campo ogni volta con le urla dei tifosi, per portare a casa risultati determinanti che potrebbero rompere una volta e per tutte, a vantaggio dell'azzurro, gli equilibri di un campionato strambo, in cui la minestra è ancora calda per molti. Si parte dai grifoni, incontro tra fratelli, ma che in ogni caso grida vendetta – sportiva, ovviamente, si intende – dopo il cappottone buscato a Marassi per “cause di forza maggiore” (l'arbitro) unitamente a quell'incapacità e fragilità psicologica che i partenopei presentavano durante la gestione Donadoni. Nella tana del San Paolo sono 49 i precedenti tra le due compagini, col Napoli in vantaggio per 21 trionfi a 12, ed i restanti 16 incontri terminati in parità (64 gol per gli azzurri, 49 per i rossoblu). L'ultima vittoria degli azzurri, in una sfida, che sembra da qualche anno davvero stregata, risale alla stagione di B 2001-02, una stagione nella quale gli azzurri arrivarono ai margini della promozione, quinti in un campionato che prevedeva ancora la formula delle prime quattro in A. Era gennaio, anche allora, il 13 per la precisione, e sul neutro di Benevento, per l'indisponibilità della struttura di Fuorigrotta, il Napoli riuscì a ribaltare un risultato che ad inizio del secondo tempo lo vedeva sotto di una rete per l'autogol di Oscar Magoni al 54'. Un'ultimo quarto d'ora di fuoco e determinazione concesse agli azzurri il trionfo con le reti di Bonomi al 76' e di Graffiedi a 5' dal termine, per quella rincorsa che alla fine lasciò solo l'amaro in bocca della medaglia di legno, riconoscimento beffardo meritato dal primo escluso dai posti che contano. Risalendo a ritroso negli annali l'ultima vittoria al San Paolo è datata 21 novembre 1998, ancora campionato di B, ancora promozione mancata per entrambe le compagini che al termine della stagione si attestarono su una mediocre posizione di centro classifica. Claudio Bellucci fu l'uomo del giorno in quella circostanza, ed una sua doppietta con reti al 20' ed al 63', intervallate dal momentaneo pareggio genoano con Pirri al 45', concessero al Napoli di trionfare ancora sui cugini. Un accenno (se n'è parlato già all'andata) va ovviamente anche al momento della nascita del gemellaggio, “era de maggio”, per davvero allora, e all'ultimo turno del campionato, agli ultimi minuti di un incontro, sul risultato che – tanto per cambiare – era sul 2-1 per gli azzurri, la goffaggine premeditata di Castellini e dell'intera retroguardia partenopea concessero a Mario Faccenda la rete del pareggio, un punto per la salvezza genoana, un punto che scacciò all'inferno il diavolo rossonero. Se la gara col Genoa in tempi più lontani ha sempre detto bene agli azzurri, dal ritorno in serie A c'è stato un vero e proprio massacro, con un filotto di vittorie (sia in casa che in trasferta), che ha garantito ai cugini uno score addirittura di 5 vittorie a 0. sul finire di settembre nel primo anno di A, dopo l'agonia per entrambe le gloriose compagini del calcio italiano, una bottiglietta di yogurt sancì per il Napoli la prima tremenda batosta disciplinare: Napoli-Genoa a porte chiuse (oltre ad ulteriori limitazioni anche per le giornate successive). E nel silenzio surreale di uno stadio deserto il Napoli perse, perse per 2-1 in una partita in cui un po' la sfortuna un po' l'incredulità di un'atmosfera quasi cimiteriale (perchè lapidaria fu la decisione contro il Napoli) la fecero da padrone: autogol di Cannavaro all' 11', pareggio di Domizzi su rigore procurato dal Pocho al 5' della ripresa, e beffa proprio allo scadere targata Sculli (bestia nera della bestia nera) che al 44' insacca lasciato colpevolmente solo in aria di rigore. L'anno scorso ancora una sconfitta, anche se fa meno testo considerando che era ormai il Napoli con i remi in barca della seconda parte del campionato, in ogni caso la partita terminò 1-0 con rete di Jankovic al 24' della ripresa. Due sconfitte su due negli ultimi anni sono davvero troppe, ed il Napoli formato imbattibile può e deve sfatare anche questo ennesimo tabù, è l'orgoglio che lo chiede, è la Champions che lo sussurra...


di Emanuele Gargiulo

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