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• AMARCORD: UDINESE-NAPOLI, UN RECORD PER SOGNARE ANCORA •

04/02/2010 11:45:38

E' importante per il futuro definire delle norme comportamentali più omogenee. Questo per non dare il senso che esista una valutazione troppo soggettiva.” CASPITA! Così parlò il presidente della FIGC Giancarlo Abete in seguito al rinvio per neve di Parma-Inter. Belle parole, intenti encomiabili, ma perchè non usarle anche in un altro ambito? Sembrava strano che si parlasse di arbitri! In quel caso non sono da ricercare “norme comportamentali più omogenee”? Dunque si vuole volutamente offrire “il senso che esista una valutazione troppo soggettiva”? Beh quello è lapalissiano ed ineluttabile come l'alternarsi del sole e della luna. Intervenire? Chissà, magari un giorno, e intanto la discrezionalità regna sovrana, “non si tratta di malafede, ma di errori”, dicono tutti, meno male, così almeno oltre ai danni non c'è anche la beffa!

"Mi garberebbe che ci fosse una maggiore attenzione nei confronti della mia squadra, così possiamo giocarcela fino al termine della stagione. Se analizziamo certi errori, certe sviste, ci mancano sei punti. Avremmo potuto sognare qualcosa di più straordinario rispetto a quello che stiamo facendo. Gli arbitri devono allenarsi bene in settimana e applicare il regolamento indipendentemente dalle maglie che hanno di fronte. Non ci deve essere un condizionamento psicologico o come dite voi, una certa sudditanza": in settimana il mago Mazzarri, capace di ipnosi sui suoi leoni, ma con poteri soprannaturali non ancora sufficienti per sovvertire “la dura legge dell'arbitro”, ha alzato la voce, sottolineando i torti ricevuti, in linea col presidente, che ogni tanto, in modo più o meno velato, la bottarella la mena, facendo presente che lui osserva, monitora, somma e valuta, a buon intenditor... in ogni caso, al di la di questi discorsi “paracalcistici”, il Napoli prosegue la sua marcia, rete ancora inviolata, striscia positiva ulteriormente allungata, e grazie alla concomitanza di risultati un po' a sorpresa, nonostante il pari (immeritato) interno col Genoa, si ritrova ad aver allungato di un piccolo, ma prezioso, punticino sulla quinta, il Palermo, raggiunto da una Juve che, nonostante i doni di “non-compleanno” (che, come insegna Carroll in “ Alice nel paese delle meraviglie”, è migliore del compleanno, perchè cade 364 giorni l'anno), non è andata al di la di un pace e patta con la Lazio. La prossima delle finali per gli azzurri si chiama Udinese, squadra accreditata alla vigilia del campionato di ottime credenziali, ma che per qualche motivo è ben al di sotto delle aspettative. Ma non c'è' da farsi impressionare dalla classifica, i bianconeri hanno una squadra più che competitiva, sono in ripresa, ed hanno fame di punti, a maggior ragione quando giocano tra le mura amiche. I precedenti in Friuli tra le due compagini sono 27, dei quali più della metà – ben 14 – sono terminati col risultato di parità. Le restanti 13 partite si dividono in 9 trionfi per l'Udinese e 4 per il Napoli con un computo reti in favore degli zebrati per 42 a 30. Senza voler andare troppo indietro nel tempo, di sicuro quando si pensa ad Udinese-Napoli la prima cosa che balza all'attenzione dei ricordi è quel roboante 0-5 con cui il Napoli, al ritorno in A, sorprese per la prima volta tutti, con una prestazione entusiasmante, preziosa, importante. Gli azzurri dopo aver ciccato in malo modo la prima, perdendo all'esordio in casa contro la bestia nera Cagliari, affrontano l'Udinese senza timori reverenziali, mostrando una rosa ben costruita figlia di un progetto che sin dal purgatorio della C si dichiarava in ogni caso ambizioso, ed esibendo la sfrontatezza delle sue eccellenti individualità in embrione, i vari Lavezzi, Hamsik, Gargano, tris di gioielli semiconosciuti cacciati dal cilindro dell'allora dg partenopeo Pierpaolo Marino. E Udine fu la prima consacrazione del Pocho, imprendibile, immarcabile, devastante, una partita immensa che mise in ginocchio l'intera retroguardia bianconera. Il primo gol al 16' del primo tempo, è siglato dal panteron, Zazà Zalayeta, proprio su assist del fulmine argentino, con raddoppio, in chiusura di frazione, del difensore col vizietto del gol Maurizio Domizzi. Nella ripresa l'Udinese sembra più organizzata e sfiora la rete con i partenopei Floro Flores, ed il nostro Masaniello, tentando anche il tutto per tutto con l'ingresso del terzo asso partenopeo dell'attacco Antonio Di Natale. Ma il Napoli ha una marcia in più, è il Lavezzi Show. Al 20' la partita si chiude, ed il sigillo è proprio il suo, al primo gol in serie a, al primo gol con la maglia azzurra. Incursione dalla destra, tiro fintato, lasciato sul posto il buon Dossena (che dopo l'esperienza d'oltre manica ha la fortuna di giocare con e non più contro il Pocho) e sinistro che fulmina Chimenti: 0-3, pratica chiusa ma non tutti a casa perchè c'è ancora tempo per una papera di Chimenti che regala la doppietta a Zalayeta e per la rete dell'anima Sosa che anticipa il portiere in uscita con ottimo tempismo. “Vi vogliamo così” gridavano i 2.000 supporter azzurri presenti in occasione di quel clamoroso successo, “vi vogliamo così”, il grido che deve accompagnare e portare per mano gli azzurri nel sogno Champions, il grido di una fede che si emoziona e che lotta, che non si arrende e che stavolta più che mai può davvero spalancare un portone sul calcio delle grandi affermando “ci siamo anche noi”.


di Emanuele Gargiulo

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ALLA FACCIA DI HOFFER
Di PIFF - scritto il 04/02/2010 16:54:20

INSIGNE PAZZESCO AL TORNEO DI VIAREGGIO ALTRO CHE AUSTRIA E BUTTARE I SOLDI: SEMPRE ESTEROFILI DOBBIAMO ESSERE. .


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