Il Festival di Sanremo è alle porte ma il Napoli si è già aggiudicato in questo scorcio di campionato il festival tutto speciale della “sfiga”. Sei legni in tre partite rappresenta il bottino per gli azzurri di Walter Mazzarri che vantano ora più di un credito con la fortuna. Fabio Quagliarella addirittura avrebbe confidato dopo aver colpito il palo contro l’Inter: “Ho capito, devo andare a piedi a Pompei a farmi benedire”. E farebbe anche bene, perché proprio lui “Don Quaglia” di legni ne ha colpiti ben tre, nel giro di due partite.
La prima, quella di Udine, la traversa di testa che avrebbe permesso al Napoli di portarsi in vantaggio e che invece nella prosecuzione del gioco ha portato all’espulsione ingiusta di Maggio per simulazione. Poi altro palo sul finale, senza dimenticare l’altro legno di Pazienza ancora più clamoroso. Ed ancora, prima lo stesso De Sanctis aveva fatto comunque un altro miracolo parando il terzo rigore consecutivo a Di Natale, fortunato sulla respinta. E dopo, Pazienza aveva presto il palo con un gran tiro dal limite. Roba che ti fa venire in mente una sola parola: la “sfiga”, perché anche con il Genoa è andata così. Ricordate la traversa incredibile colpita da Paolo Cannavaro? Contro l’Inter campione d’Italia eccola di nuovo in scena al San Paolo, la sfiga. Hamsik sfodera un bolide che si stampa sulla traversa a Julio Cesar battuto. Poi tocca di nuovo a Quagliarella, una delle sue parabole micidiali viene respinta dal palo con Denis che non riesce ad approfittare sulla respinta. E allora l’unica cosa a cui avranno pensato e soprattutto si saranno appellati i sessantamila di Fuorigrotta è: “Oh mamma, che sfiga!”.

Fonte: LEGGO

di VL