

Buonasera cari lettori e bentornati al nostro consueto appuntamento di detti e contraddetti.
Senza dilungarci troppo sulla bella rimonta domenicale, sulle statistiche che ricordano che contro la Roma non vinciamo dal ’97, sui consueti errori arbitrali e sulla bella vittoria del Palermo in casa della Vecchia Signora, ci lanciamo subito in una sorta di filippica. Titolo? Pro-quagliarellese.
Non siamo tra quelli che difendono a spada tratta i giocatori made in Naples perché sono nati a Napoli e tifano per il Napoli (si veda quante volte abbiamo bastonato il capitano Paolo Cannavaro), ma questa volta ci sentiamo di dover spendere qualche parola per Fabio Quagliarella (nella foto di Felice De Martino), il Totò del nostro reparto offensivo. E’ arrivato in una Napoli festante che gli ha dedicato feste e festini, caffè e sfogliatelle, magliette, pastori e intingoli vari e che ieri, dimentica di tutto, ha provveduto a "bastonarlo", a non farlo sentire il campione di una volta. Il disappunto è arrivato ora per il tiro sbagliato, ora per il passaggio andato a vuoto, ora per la lealtà sportiva. Dovevano invece arrivare applausi di incoraggiamento e di stima.
Fabio è venuto a Napoli e ha baciato questa maglia, ci ha regalato già goal indimenticabili e deve avere il tempo necessario per trovare la giusta posizione in campo, al fianco di Lavezzi. Che non facesse decine e decine di goal chi segue un po’ di calcio avrebbe dovuto aspettarselo. Fabio è una seconda punta, di goal ne fa spettacolari, dalla distanza, ma ne fa pochi. Perché allora dargli addosso, perché fargli montare ulteriore insicurezza, perché trasmettergli sfiducia? Finisce che nemmeno tira più il povero Fabio. E perché aggredirlo se è un uomo leale in campo? Per quella palla mandata fuori quando Motta era a terra? Hanno giocato insieme all’Udinese, sono stati compagni di squadra, il nostro Fabio e Marco Motta. E anche se non fossero stati compagni di squadra, perché contestare una scelta di sportività e lealtà? Perché dare addosso al povero Quaglia in un momento così delicato? Ci spiace dirlo, ma troviamo che parecchi tifosi partenopei si stiano comportando in maniera sciocca. La squadra sta andando bene e certi giocatori vanno sostenuti. Tutti si stanno rivelando indispensabili. Anche gregari o ex gregari come Pazienza e Grava o riserve e mezze riserve come Denis e Cigarini. Per una volta sosteniamo la squadra e il lavoro di Mazzarri, senza se e senza ma. Ieri i ragazzi hanno recuperato col cuore una partita che sembrava già persa. Ora sarà pur vero che il cuore ce l'hanno messo tardi, ma ce l'hanno messo. Avessero reagito prima, non è detto che la Roma, per quanto stanca, sarebe stata a guardare. E' andata così e ringraziamoli per l'ennesima rimonta e per l'ennesima gioia in zona Cesarini. Non è poi così male affossare l'avversario nel finale. Ricordate con il Milan? E con la Juve? Concediamo ai ragazzi un po’ di riposo da critiche e controcritiche. La noia della partita del resto non è ascrivibile solo ai nostri. Le squadre in campo erano due e se lo spettacolo non è stato di quelli troppo avvincenti bisogna prendersela pure con gli avversari, una Roma decisamente sotto tono.
Ma torniamo al Quaglia. Per fortuna Lippie la nazionale non gli hanno voltato le spalle. La convocazione per l’amichevole con il Camerun è arrivata in un momento assai delicato per il ragazzo di Castellamare. Napoli si augura che possa far bene e sbloccarsi, ritrovare il gioco di un tempo e perché no anche i goal. Cari amici lettori e tifosi avreste forse preferito Totò Di Natale alla nostra corte? Lui ha segnato di più...ma che picclo "traditore". (si veda cosa ha fatto ad Udine…). Meglio qualche goal in meno e tanto amore per questi colori. Forse ci sbaglieremo, ma siamo sicuri che il Quaglia magari non oggi, non domani, ma quanto prima saprà ripagarci. Che siano goal o che siano assist. E’ il caso di dire “Se son quaglie fioriranno”. Aspettiamo e non attacchiamo pour parler. Alla prossima.
Fonte: Pianetazzurro
di Renata Scielzo

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