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• AMARCORD: BOLOGNA-NAPOLI, BALLANDO UN TANQUE CON GLI AZZURRI •

04/03/2010 12:12:14
“Da oggi in poi, giocherà soltanto chi sta meglio”: in un girone di ritorno nel quale il Napoli sembra essersi ammalato di “pareggite”, Mazzarri ha sentenziato probabilmente la cosa più sacrosanta. È indubbio che le prestazioni di alcuni singoli, Quagliarella ed Hamsik su tutti, si siano incanalate in una fase di depressione intensa, che sia per affaticamento fisico, che sia anche per un contraccolpo psicologico al non rendere al meglio, che sia semplicemente un momento no, tutto questo non importa, il nome non darà più garanzia di presenza, perché obiettivamente anche i Quagliarella e gli Hamsik, se si ritrovano in una desueta dimensione zombie, possono e devono accomodarsi in panchina per fare spazio a chi ha polmoni e grinta da scaricare sul terreno. E non è peccato, anzi, sarebbe inoltre il modo migliore per permettere loro di recuperare in vista di un rush finale che si annuncia intenso ed incerto fino all’ultimo. Contro la Roma è ritornato il Napoli dalle rimonte pazze, una squadra azzurra che da un po’ di tempo a questa parte, sebbene la sorte non gli abbia arriso, era sembrata più accorta a preservare il vanto della propria imbattibilità, di gare e di reti, che non a cercare a tutti i costi la vittoria. I sussulti l’hanno destato dal torpore, e ballando il tanque nell’area giallorossa, dopo l’ennesimo torto arbitrale che, sull’1-0 per la Roma avrebbe potuto concedere pareggio e superiorità numerica ai partenopei, il Napoli si è riscoperto rullo compressore e macinatore di gioco e di occasioni fino all’ultimo secondo di match. Metamorfosi alla squadra ha dato l’ingresso in campo del carrarmato argentino, l’ennesima svolta in questa stagione nella quale tra assist e reti decisive Denis è risultato, a conti fatti, un vero e proprio catalizzatore di punti. Denis inamovibile, adesso si proclama. Fatto sta che in un periodo di scarsa brillantezza del reparto, considerando anche le caratteristiche del Tanque, uomo di stazza che presidia l’aria avversaria, e tra sponde e colpi di testa garantisce anche un miglior fluire di tutta la manovra, è inevitabile che Denis possa risultare l’uomo della provvidenza, un vero e proprio coniglio che il mago Mazzarri ha estratto più e più volte dal proprio cilindro riponendolo poi in ogni circostanza, con accuratezza, nel doppio fondo, per sorprendere ancora. La prossima gara per gli azzurri prevede l’incontro contro il resuscitato Bologna di Franco Colomba, proveniente dall’esaltante vittoriani trasferta sul Genoa. Nei 53 precedenti in terra emiliana il Napoli ha perso per ben 28 volte, pareggiando in 12 circostanze e uscendo vincitore in 13. È una gara che nel tempo è stata spesso caratterizzata da filotti di medesimo segno, come agli albori del campionato, allorchè i felsinei trionfarono sul ciuccio per ben 11 volte consecutive, e tornando in epoche un po’ più recenti, anche un sequel di segni X, 6 nell’arco di circa un decennio tra il 1978 ed il 1989. Un tuffo verso il secondo scudetto fu per il Napoli la trasferta bolognese nella stagione 1989-90. Bologna-Napolli si giocò il 22 aprile, penultima giornata di campionato, azzurri appaiati in testa alla classifica col nemico rossonero, 47 punti per entrambe le compagini e concreta ipotesi, a soli 180 minuti dal termine, di spareggio tricolore,  dopo un campionato sul filo dell’equilibrio che aveva visto nelle ultime giornate una rimonta partenopea fatta di piccoli ma fondamentali passi. Bologna-Napoli e Verona-Milan, queste erano le sfide incrociate delle due capoliste, partite da vincere per affacciarsi all’ultima giornata ancora compenetrati nel medesimo punteggio di classifica. Ma in un pomeriggio primaverile che doveva servire solamente da transito accade ciò che non ti aspetti: Napoli 4 Bologna 2, mantenendo le aspettative della vigilia, con azzurri in grande spolvero, avanti 3-0 con Careca, Diego e Francini, per poi chiudere, acquisendo gli allora due punti, con le restanti reti di De Marchi ed Iliev per gli emiliani, intervallate dalla quarta realizzazione azzurra con l’altro sudamericano partenopeo, il sovrano della mediana, Alemao; ma intanto a Verona…a Verona si consumava l’incubo dei diavoli, il volo del ciuccio, il capitombolo di Sacchi e dei sacchiani, che consegnava virtualmente, con una settimana di anticipo sulla chiusura della stagione, nelle mani e sulle maglie del Napoli il suo secondo scudetto della storia. L’anno scorso i felsinei incontrarono al Dall’ara gli azzurri sul finire di settembre. Era un Bologna già in crisi dopo la risalita in A, e che non andava in rete da tre turni, contro un Napoli nel fiore della sua esplosione, ma con la testa a Lisbona per la trasferta europea. La partita si trascina sul risultato di reti inviolate senza grandi spunti, ma in zona cesarini, al 42’ della ripresa, il guizzo che lanciò i partenopei, come una molla, verso il secondo posto in classifica: rete del Tanque (guarda caso subentrato a Pià al 24’ del secondo tempo), tutti a casa, e Napoli ad 11 punti in 5 gare (3 vittorie e tre pareggi), sorpresa clamorosa di un campionato appena iniziato, e che poi, purtroppo, avrebbe avuto il volto sfigurato nella sua seconda metà. Il Napoli è a secco di vittorie ormai da quattro turni, ma si trova ancora ad un passo dal posto-preliminari-Champions, perché anche le altre arrancano, ed anzi non lasciano neanche acceso il lumino della speranza, considerando gli alti e bassi che hanno mostrato nell’arco del campionato. La solidità e la costanza degli azzurri devono essere la loro forza nella rincorsa al sogno, ma più di ogni altra cosa occorrono vittorie, e sperando anche che l’impresa di arassi magari abbia ubriacato il Bologna, bisogna volare verso l’Emilia con un solo obiettivo: i tre punti.


di Emanuele Gargiulo

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