

Con la grande vittoria di stasera contro l’Inter, il Napoli ha confermato la sua tradizione di squadra che riesce a trasformarsi nelle gare in notturna davanti al proprio pubblico, mettendo sul campo valori e motivazioni del tutto assenti in altre circostanze.
Oltre che sulle motivazioni ed all’effetto-sera, gli azzurri hanno fondato la propria vittoria su un’attenzione difensiva maniacale ed una organizzazione tattica lodevole.
La prestazione dei tre difensori è stata sontuosa. Santacroce ha sistematicamente frenato ogni iniziativa di Balotelli sul suo lato, Contini non ha avuto nemmeno una piccola sbavatura in tutto l’arco della gara e Aronica, seppur meno impegnato rispetto ai compagni di reparto, è stato comunque attento e preciso nello svolgere i compiti difensivi richiesti.
I tre difensori hanno inoltre potuto godere dell’aiuto dei due laterali di centrocampo, sempre attenti a dare il loro apporto alla retroguardia, andando sempre a chiudere sugli attaccanti esterni, non permettendo così all’Inter di aprire le maglie della difesa, per consentire gli inserimenti centrali. Gli esterni sono stati bravissimi anche nel proporsi costantemente anche in fase offensiva. Montervino (nella foto di Felice De Martino) è stato autore di una partita straordinaria. Irrefrenabile sull’out destro si è proposto in un costante lavoro di raddoppi, pressing e sovrapposizioni, che hanno messo in risalto la sua indubitabile indole di vera e propria anima di questa squadra, che troppo spesso è stato lasciato ai margini dell’undici titolare. Generosa anche la prova di Mannini sulla sinistra, anche se l’ex bresciano presenta il limite di dover spesso rientrare sul suo piede migliore (il destro) per andare al cross, mandando così fuori tempo le punte.
A centrocampo è risultato molto positivo l’inserimento di Amodio. Pur non facendo giocate clamorose l’uruguayano è stato molto preciso negli appoggi e nei lanci e, soprattutto nel secondo tempo, è cresciuto in personalità dettando i ritmi della squadra e fornendo, inoltre, una buonissima copertura in mezzo al campo. Al cospetto dell’incerto Vieira di questa stagione il gigante è apparso lui.
Al fianco di Amodio è stata un po’ incerta la gara di Blasi, sufficiente dal punto di vista difensivo, ma spesso impreciso negli appoggi, mentre Hamsik non è stato ancora capace di offrire una prova degna della sua reputazione, pur mostrandosi comunque abbastanza preciso nelle sue giocate.
Donadoni, in particolare nel primo tempo, vista la poca brillantezza del centrocampo azzurro negli ultimi tempi, ha trovato l’espediente di tenere un assetto difensivo ben coperto, saltando la linea mediana con lunghi lanci, lasciando il compito di offendere alle due punte, più l’aiuto degli esterni. Questo atteggiamento ha reso difficile il lavoro degli attaccanti nella prima fase di gara, spesso in inferiorità numerica contro i difensori interisti. Nella ripresa è aumentata la consapevolezza della squadra ed il centrocampo azzurro ha avuto man mano il sopravvento su quello interista. Il secondo tempo ha così visto un Napoli padrone della partita ed anche Lavezzi e Denis hanno potuto beneficiare dell’atteggiamento più carismatico della squadra.
La svolta però si è avuta con l’ingresso di Zalayeta al posto del Tanque, che pure era parso in ripresa nei minuti precedenti al cambio. Il Panteron ha donato alla squadra quella pulizia nelle giocate offensive che serviva all’undici di Donadoni. La sua splendida rete dell’1-0, propiziata da uno dei pochi acuti di Lavezzi della serata, ha messo poi la firma su una prestazione ottima ed ha regalato agli azzurri una vittoria meritata, dopo tanto patire.
La vittoria di stasera deve sicuramente far gioire i tifosi azzurri, ma c’è comunque da sottolineare come il Napoli ci abbia abituato a gare del genere contro squadre blasonate. Come ha detto saggiamente Donadoni, nell’immediato dopo gara, partite come questa fanno piacere, ma fanno anche arrabbiare, in quanto rendono ancor più stridente il pessimo rendimento degli ultimi mesi.
Il compito degli azzurri sarà perciò quello dare seguito a questa bella prova, dimostrando che non è necessario giocare sempre contro Milan o Inter per trovare le adeguate motivazioni.
di Eduardo Letizia

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