

Domenica si affrontano Napoli e Fiorentina, come sarà questa sfida?
"Napoli e Fiorentina, per motivi diversi, sono in un momento poco felice. Di certo analizzando la stagione delle due squadre dico che il Napoli almeno sta rispettando gli obiettivi in quanto, a mio giudizio, è assolutamente ancora in corsa per un posto in Europa. La Fiorentina invece si trova lontano dalla quarta posizione, che era l’obiettivo stagionale minimo ed ora anche fuori dalla champions, aggiungo immeritatamente viste le due partite con i tedeschi. Sabato sarà una partita dal pronostico difficile, io vedo più avvantaggiato il Napoli per vari motivi. Innanzitutto gli azzurri giocano in casa e già questo è un vantaggio, poi la Fiorentina dovrà fare i conti con la stanchezza derivante dall’impegno di coppa e psicologicamente non è facile recuperare in così breve tempo la delusione per l’eliminazione. Il Napoli ha avuto tutta la settimana per preparare al meglio la gara diversamente dai viola, che poi avranno anche dei giocatori non al meglio della condizione perché rientrati da infortuni e subito gettati, per bisogno, nella mischia tipo Vargas".
Quale giocatore può fare la differenza tra le due squadre?
"Per la Fiorentina reputo Jovetic uno di quelli che può determinare l’andamento della partita. Nel Napoli sicuramente gente come Hamsik, Lavezzi e Quagliarella hanno le caratteristiche e le peculiarità tecniche per far fare alla squadra il classico salto di qualità. L’importante è che questi giocatori siano in forma ed ultimamente mi sono sembrati un po’ sottotono, cosa che, per la mia esperienza, è anche plausibile nel corso di una stagione".
Quanto pesa nel rendimento di Quagliarella la mancanza del gol?
"Fabio Quagliarella è un ottimo giocatore e le sue doti non le scopro di certo io. E’ difficile per un allenatore fare a meno di lui perché improvvisamente tira fuori dal cilindro il colpo da campione. Purtroppo non sta passando un buon momento e credo di capirne anche i motivi. Lui è napoletano e tifoso del Napoli, vorrebbe spaccare il mondo e segnare tanti gol ed il non riuscirci, probabilmente, gli sta creando un blocco mentale che influisci negativamente sulle sue prestazioni. Non credo che il suo basso rendimento sia dovuto alla posizione in campo, dopotutto Mazzarri lo schiera attaccante mica terzino. Come ho detto credo che la sua voglia di dare il massimo lo stia condizionando. Per un attaccante segnare è sempre importante e quando i gol non arrivano subentrano i problemi".
Il Napoli segna poco: perchè?
"Il Napoli ha degli ottimi attaccanti che hanno caratteristiche diverse. Ad esempio Lavezzi è un calciatore che lavora molto per la squadra, bravissimo nel creare superiorità numerica o parapiglia nelle difese avversarie, però non è uno che segna tanto. Anche Quagliarella, nelle passate stagioni ha sempre segnato i suo gol ma non ha mai raggiunto cifre altissime. In ultimo c’è Denis, che tra i tre è quello che ha caratteristiche più da goleador. Diciamo che l’argentino è il classico centravanti però anche lui, almeno quando l’ho visto giocare, partecipa molto al gioco di squadra e questo suo lavoro comporta poi poca lucidità sottoporta, ecco perché sbaglia i gol. Di certo, a mio parere, al Napoli manca la classica punta da venti gol a campionato, ad avercela avuta il Napoli starebbe lottando sicuramente per i primi posti".
Mazzarri sta facendo le scelte giuste oppure è troppo legato alle sue idee sui titolari e sulle riserve?
"Mazzarri lo conosco, siamo stati assieme ad Empoli, non è uno che si fissa così come tutti gli altri allenatori. Non ho mai visto un tecnico schierare i suoi giocatori per simpatia. Piuttosto credo che le scelte tecniche operate da Mazzarri siano anche il frutto del lavoro svolto in settimana. Evidentemente Walter trae più garanzie da certi giocatori, anche se in forma precaria, piuttosto che da quelli che stanno in panchina. Queste sono valutazioni di tipo tecnico e solo l’allenatore può entrare nel merito".
Ormai hai appeso gli scarpini al chiodo, di cosa ti occupi?
"Lo scorso anno ho terminato il mio impegno con il Sansovino, dove ho ricoperto il duplice ruolo di allenatore e giocatore. In questo ultimo periodo sto “studiando” da allenatore, ho già conseguito il patentino di allenatore di 2^ categoria e parteciperò al prossimo Master per il patentino di 1^ categoria che si terrà a Coverciano. Nel frattempo mi tengo aggiornato assistendo a quante più partite possibili per acquisire conoscenze tecnico/tattiche utili alla carriera di allenatore che intendo perseguire".
Ci congediamo da Ciccio Baiano ringraziandolo per la disponibilità augurandogli, per la sua carriera da allenatore, le stesse soddisfazioni avute da calciatore, certi che saprà garantire in panchina la stessa bravura dimostrata sul prato verde. In bocca al lupo Ciccio, chissà forse un giorno... allenatore del Napoli? ("mai dire mai nel calcio" è stata, ridendo, la sua risposta - ndr).
Fonte: Napolisoccer
di VL

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