Ultimo turno infrasettimanale di questa stagione 2009/2010, e l’appuntamento è di quelli da smoking: al San Paolo di Napoli arriva infatti la Juventus di Alberto Zaccheroni. In vista di questo match delicatissimo per entrambe le squadre e come sempre molto sentito in città, abbiamo intervistato non solo un doppio ex, ma un vero e proprio mostro sacro del calcio mondiale: Dino Zoff. Per lui grandissime annate in azzurro e bianconero, per non parlare del Mondiale vinto in Spagna nell’82. Per lui innumerevoli record durante una carriera straordinaria, tale da farlo entrare nella lista dei top 100 Fifa di tutti i tempi. Oltre che del match contro la Juventus, Zoff ci ha parlato degli obiettivi futuri del Napoli, del suo portiere Morgan De Sanctis e dei ricordi che lo legano ancora alla piazza di Napoli. Ecco cosa ne è venuto fuori…

Mister, giovedì c’è Napoli-Juventus: che partita sarà?

“Quando si parla di Napoli-Juventus si parla della partita più sentita dai tifosi azzurri, e anche sponda bianconera non cambia molto. Di conseguenza sarà una partita molto combattuta, con Mazzarri e Zaccheroni che vorranno di sicuro vincere per raggiungere i rispettivi obiettivi stagionali. Un risultato negativo potrebbe essere molto pesante su entrambi i fronti, quindi dobbiamo aspettarci un primo tempo molto soft, con le due squadre a studiarsi in campo per almeno mezz’ora. Non mi meraviglierei se la partita dovesse risolversi sul finale di match, magari su calcio piazzato. Saranno decisivi gli episodi, come spesso accade nelle partite di cartello”.

Dovendo fare un pronostico per i nostri amici scommettitori…?

“Direi segno X come finale di primo tempo (Napoli-Juventus X primo tempo), poi tutto può succedere. Con quei giocatori in campo, soprattutto”.

Dopo gli anni bui della serie B (e C per gli azzurri), Napoli e Juventus sono tornate a buoni livelli nella massima serie, pur non lottando ancora per lo scudetto. Tra quanto potrà accadere di nuovo, a suo avviso?

“Beh, la Juventus era partita con proclami ben precisi a inizio stagione, ma col passar dei mesi ci si è resi conto che era ancora troppo presto, nonostante la rosa fosse di prim’ordine. Credo che in un paio d’anni i bianconeri possano tornare a lottare per il tricolore. Per il Napoli il discorso è più complicato, ma di certo le potenzialità sono notevoli e quindi bisogna avere pazienza, anche se so che non è facile, dopo tanti anni di delusioni”.

C’è un record, tra i tanti che ha conseguito durante la sua gloriosa carriera, al quale è più affezionato?

“Sicuramente mi rende orgoglioso il record di presenze consecutive ottenuto proprio con le maglie di Juventus e Napoli, innanzitutto perché vuol dire che sono stato in campo per anni senza mai saltare un match, cosa abbastanza impensabile nel calcio di oggi dove gli infortuni sono all’ordine del giorno. Erano altri tempi, ma non sono un nostalgico: seguo ancora con grandissima passione questo sport che mi ha dato tutto nella vita”.

Ricordiamo anche gli altri record da lei detenuti…

“Beh, sono stato l’unico portiere capitano di una nazionale campione del mondo, sono stato il giocatore piu’ anziano ad alzare quella coppa: non posso di certo lamentarmi”.

Chi e’ il miglior portiere italiano dopo Buffon, in questo momento?
“Non lo dico perche’ siete voi ad intervistarmi, ma credo proprio che Morgan De Sanctis rappresenti il meglio dopo Gigi. Non per nulla sara’ lui ad accompagnarlo in Sudafrica, insieme a Marchetti. Comunque anche Storari e Sirigu sono degli ottimi professionisti, ma credo che il terzetto scelto da Lippi sia il migliore possibile”.

Il suo pronostico per Catania-Fiorentina e Genoa-Palermo…

“Vittoria della Fiorentina a Catania (Catania-Fiorentina 2) e del Genoa in casa contro il Palermo (Genoa-Palermo1)”.  

Il suo saluto alla piazza di Napoli, magari con un aneddoto…
“Ovviamente mando un abbraccio grandissimo alla tifoseria azzurra, sperando che possa gioire a fine campionato per il raggiungimento di un traguardo importante. Non ho particolari aneddoti che mi vengono in mente adesso, ma di certo ricordo con tanto affetto i giri di campo prima dell’inizio delle partite quando giocavo al San Paolo, indipendentemente dai risultati che potevano essere buoni o meno buoni. Napoli non dimentica, i suoi ex giocatori neanche”.

Fonte: Pianetazzurro

di Mario Ipri