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• AMARCORD: NAPOLI-CATANIA, 6 PUNTI IN TRE GIORNI PER SOGNARE IN GRANDE •

26/03/2010 12:10:26

La partita dell’anno, una notte magica, l’umiliazione della signora, impalpabile al limite dell’ectoplasmico contro un Napoli che per un tempo si è adagiato al non-gioco bianconero, prima di prendersi la ripresa dilagando contro avversari immobili come un museo delle cere. Lo stile Juve si è ormai andato a benedire, da un elegante applombe mostra ai nostri giorni una rude ubriacatura, pronta ad aggrapparsi a ogni scorrettezza pur di tenere a bada gli avversari. Del Piero dal bravo ragazzo con l’uccellino è diventato un vero e proprio bad boy. Probabilmente preso dai fumi di un Alzheimer precoce, dopo i tuffi carpiati con i quali ha rub…emm, “ottenuto” altrettanti rigori, nella sfida di ieri, cancellato dal campo da un monumentale Grava, si è impersonificato in Tyson colpendo il sindaco con un gancio dietro la nuca, venendo però – ovviamente – graziato solo col giallo. Una Juve senza idee, una Juve mortificata e mortificante ha cercato di aggrapparsi al nome dei suoi calciatori più rappresentativi, su tutti proprio il vecchietto che fa tanta prin prin ed il moicano dalla chioma fluente Camoranesi, che per tutto il tempo della loro permanenza in campo si sono lamentati probabilmente per le mutande strette, urlando a più riprese contro l’arbitretto di turno il quale, evidentemente turbato dai continui improperi dei “galantuomini” bianconeri, in una direzione di gara dove gli errori “umani” sono comprensibili, vi è stata tuttavia una disumana distribuzione degli stessi, guarda caso tutti contro il Napoli.

-          Quagliarella sodomizzato in aria da Cannavaro e Chiellini, l’arbitro fa finta di niente

-          Fallo su Campagnaro, ma l’arbitro fa proseguire perché la Juve stava ripartendo, e sul proseguo dell’azione intervento di Grava sul pallone, fischiato fallo e cacciato un giallo ridicolo.

-           Chiellini protegge la palla cercando di farla sfilare sul fondo, il Pocho lo aggira e viene atterrato: punizione pericolosa non fischiata.

-          Fallo laterale, evidente spinta su Zuniga, non sanzionata.

-          Cannavaro anticipa Amauri, fallo dell’italo-brasiliano, non sanzionato.

-          Del Piero pugile con Grava, solo giallo.

-          Doppia trattenuta in aria bianconera, Cannavaro e Maggio affossati da una presa di wrestling, rigore non fischiato.

-          Fuorigioco inesistente chiamato a Quagliarella che era mezzo metro dietro la linea dei difensori bianconeri.

-          Inventato un fallo di Quagliarella su Cannavaro per non concedere un angolo.

-          Fallo regalato a Del Piero.

-          Ancora un rigore non dato, Quagliarella affossato in aria da Zebina.

-          Brutto intervento in ritardo di Camoranesi che doveva essere espulso, graziato.

-          Fallo su Pazienza non fischiato permettendo alla Juve di ripartire col Napoli un po’ scoperto.

-          Palla a De Sanctis, protetto da Cannavaro che da dietro viene scalciato da Amauri, è evidente l’intenzionalità, rosso che non è stato neanche giallo.

-          Ancora un fallo non sanzionato, Amauri su Pazienza.

Di contro a tutta questa serie di “sviste” in favore della Juve, Rizzoli a vantaggio dei partenopei  probabilmente ha solo evitato di estrarre il giallo per Grava per un fallo che era al limite della sanzione, dopo che però il difensore azzurro era già stato ammonito in modo inconsulto. Di fronte ad un computo del genere difficile parlare di sviste, che ovviamente non possono essere in perfetta parità, ma che grossomodo dovrebbero essere equipollenti. Ed è bene sottolinearlo, nel momento del trionfo, perché non si passi per coloro che piangono solo quando perdono: è evidente che gli arbitri col Napoli hanno debiti difficilmente estinguibili in questo campionato, così com’è evidente che la decrepita signora senza i regali ricevuti fino a qualche turno fa sarebbe ad oggi la candidata numero uno alla retrocessione, con qualche punto in più dell’Atalanta ma incapace di reggere il campo anche contro una compagine di soldatini di piombo con una gamba sola. La goduria è stata immensa, quando si tratta della Juve, cappottata in modo così brutale davanti ai 60.000 del San Paolo c’è da donarsi ad un vero e proprio orgasmo di emozioni. Ed il Napoli ritorna a sognare: “NOI CI CREDIAMO”, tuonava uno striscione in curva, si, noi ci crediamo, perché col calendario che ha il Napoli da qui alla fine sognare è più che possibile, alla luce anche delle avversarie, che di mettere un piede davanti all’altro non son capaci.  Senza un solo istante di tregua c’è già da rituffarsi nel campionato, perché tra due giorni nuovamente a Fuorigrotta verrà ospitato il Catania, per un doppio turno interno che se garantisse 6 punti agli azzurri, potrebbe risultare decisivo nella rincorsa all’Europa. I precedenti tra azzurri ed etnei al San Paolo sono solamente 8, 7 vittorie azzurre, 1 catanese e nessun pareggio il computo delle gare, con una differenza reti abissale, di 15 a 3 per il Napoli. Il 15 aprile 1984, ventiseiesima giornata dell’ottantaduesimo campionato di calcio italiano, gli azzurri ottennero la più rotonda vittoria nella storia di questo incontro. Il Napoli lottava per non retrocedere, alla fine del torneo un solo punto salvò i partenopei in un volatone finale mozzafiato, e la gara col Catania, ultima senz’appello, era l’occasione ghiotta per incamerare due punti determinanti per la permanenza nella massima serie.  Napoli in vantaggio con Dirceu, che sugli sviluppi di un cross, viene servito nell’aria piccola gonfiando di sinistro la rete di una compagine etnea rimasta immobile. Raddoppio nella ripresa con punizione dai 25 metri ben calciata da Dal Fiume, che si insacca alla sinistra del portiere siciliano, e quattro minuti più tardi, all’ ottantaduesimo, tris azzurro con Pellegrini III, che conclude a rete da pochi passi approfittando di uno  svarione della difesa rossoblu. Napoli undicesimo al termine della stagione (il torneo era  a 16 squadre), campionato d’attesa, l’ultimo prima dell’acquisto di Diego, l’ultimo prima dell’inizio del miracolo azzurro. Nelle ultime due stagioni altrettante vittorie azzurre, senza subire una sola rete. Nel campionato del ritorno in A Napoli e Catania si sono affrontate al San Paolo il 25 novembre del 2007. Le squadre erano appaiate a 15 punti in classifica, Napoli da tre turni senza successo ma che contro i siciliani, dopo un primo tempo di buona resistenza, ha mostrato uno Zalayeta in dimensione aliena con una doppietta, con la quale si è deciso l’incontro, di grande spessore. L’anno scorso 1-0 con gol di Maggio all’80’, era gennaio, ultimo acuto azzurro prima di sprofondare nel baratro senza fine della seconda parte di campionato. Il Catania ha trionfato con la Fiorentina, ed è praticamente salvo, il Napoli viceversa ha fame, perché ha rimesso piede in Europa, perché avanti di sole tre lunghezze c’è l’altra Europa, quella delle grandi. E non può essere il Catania  a fermare gli azzurri di Mazzarri, che con un tris d’assi come quello visto con la Juve non può che fantasticare in grande. 


di Emanuele Gargiulo

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