Cari lettori, urgeva un po’ di gossip tra una serie e l’altra di Calciopoli, tra un ‘ INTERcettazione di qua e un’ INTERcettazione di là. E soprattutto urgevano un po’ di detti e contraddetti (sebbene in ritardo) dopo la settimana appena trascorsa tra batoste e ‘ntuossec (permetteteci il francesismo made in Naples), il nuovo primato in classifica, Mourinho impegnato su tutti i fronti (ma con il machete penzolante sul capo di un terribile “zeru tituli” che regalerebbe gioia a mezza Italia, soprattutto a quella della stampa nazionale, marcatamente e da sempre innanzitutto filo-juventina, alla Torino degli "Agnelli" e ai cugini rossoneri). E poi ancora altro: come le polemiche sorte per il trattamento riservato alla nostra  Napoli nelle trasmissioni sportive nazionali (Controcampo e Domenica Sportiva), dai Ciccio Valenti e Teo Teocoli di turno (si veda il video di Angelo Forgione http://www.youtube.com/watch?v=T2rp623kbuA). Il ritratto di una Napoli oleografica, sguaiata e incasinata, pizza, mandolino e soprattutto mariuoli. E sarà pure vero che talvolta “Il mare non bagna Napoli” (tanto per citare la grande A.M. Ortese) ma quella Napoli che i media amano descrivere per infangarci tutti è solo una delle tante facce della nostra amata città e non può e non deve marchiarci a fuoco, non può e non deve essere l’occasione per facili strumentalizzazioni e per note di folclore che fanno lievitare gli ascolti e le risate nella zona al di sopra del PO.

Detto questo, torniamo al pallone in senso stretto. Oggi è giornata di processi e a quanto pare ne sentiremo delle nuove e delle belle, ma senza meraviglia. Tutti sapevano e – figuratevi noi – che Calciopoli pre – mondiali era solo la prima serie. Adesso siamo a Calciopoli II, ma il sequel non finirà. E se nei “Pirati dei Caraibi” c’è il bello e tenebroso Jack Sparrow alias Johnny Depp a far ora sorridere ora impaurire i nostri pargoli, qui si sorride poco. Si vedono le solite facce da schiaffi, i soliti vecchiacci e papponi del pallone, ora negare, ora dissentire su ciò che è evidente. Il nostro campionato è stato sempre “controllato”. E volevamo dire pilotato. Se non lo diciamo è per qualche eccezione qua e là ogni decina d’anni. E questo potrebbe essere l’anno. Almeno è quello che sperano a Roma. E così dicendo torniamo al pallone che rotola sul campo. Partiamo come sempre dai nostri. Subito cattivissimi. Stavolta – ci duole dirlo – non c’è arbitro che tenga. Le orecchie vanno tirate a tutti, bisogna solo mettersi d’accordo su chi debba occupare il primo posto sul podio: De Laurentiis per “una panchina che non c’era” (la riserva in attacco, tanto per dirne una, era Hoffer), Quagliarella per “l’uomo che non c’era” e l’idiozia finale da faccia di schiaffi, Mazzarri per “gli attributi che non c’erano” e le sostituzioni in stile Reja, a dieci dal termine (Reja era il re del 77°) o ancora la difesa-gruviera per “il muro che non c’era”. I nostri stanno sbagliando troppo…ed è un peccato davvero. Di strada ce ne corre prima che il Napoli attuale si possa definire una gran squadra, ma in un campionato così mediocre, avremmo potuto e dovuto dire la nostra per la Champions…al di là dei Tosel, al di là dei Collina. Se va bene ci andrà il Palermo. Sempre che le alte sfere decideranno che la Vecchia Signora può pure farsi un anno di Europa League…Ultimo capitolo. Il tricolore. Il Milan sembra essersi fatto fuori da solo ed ha il calendario più proibitivo, ma è pur sempre un diavolo dalle 7 vite, pur sempre la squadra del presidente del consiglio, pur sempre una squadra che non vince da troppo, pur sempre una squadra in cui Galliani “si sa muovere” (come siamo politically correct stamane). E poi ci sono Roma e Inter, le rivali storiche degli ultimi campionati. Chapeau a Ranieri per il sorpasso (sai come stanno rosicando a Torino)…dubitiamo che la Roma riesca a portare a casa lo scudetto, nonostante il temporaneo primo posto. Alle porte ci sono il derby e la Samp dell’ex Cassano e soprattutto i nervi e una città che non aiuta. Troppo entusiasmo, zero scaramanzia. Come sarebbe successo dalle nostre parti, pensano già di aver vinto. Domenica si son visti caroselli e bandiere al vento. E invece mancano cinque giornate e mister Special One non starà a guardare. Lo stivale è diviso, tra chi odia l’Inter e Mourinho e chi odia la capitale. L’Inter è più forte e la Roma non è più quella bella di Spalletti, ma magari una volta lo scudetto scendesse dalle nebbiose valli del nord e arrivasse a sud del Po, magari. Alla faccia della lega, alla faccia dei polentoni, alla faccia di chi non pensa che si possa vincere al di sotto della pianura Padana. E magari ci fossimo anche noi. De Laurentiis ascoltaci, Napoli aspetta da più tempo di Roma. E se a Roma adesso stanno solo sognando, presidente aiutaci e dall’anno prossimo fai sognare anche noi.

Fonte: Pianetazzurro

di Renata Scielzo