Il contropiede del sindaco: «Napoli aspetta questo evento, i napoletani sono innamorati del calcio e sapremo farci onore». Il sindaco Rosa Russo Iervolino è stata la prima a parlare, chiamata dal sottosegretario Gianni Letta, ai tecnici, ai politici ai delegati Uefa riunitisi a Palazzo Chigi per fare il primo esame alle 12 città che potrebbero ospitare le partite di Euro 2016 se verranno assegnati all'Italia.

Come è andata? Un muro i delegati presieduti dal portoghese Gilberto Madail, ma le sensazioni sono che al netto di un bel progetto - quello di un San Paolo da trasformare spendendo ben 80 milioni - sia stato chiesto a Napoli (e anche alle altre grandi città) di accelerare. In linea teorica il progetto Napoli dovrebbe essere partito già da 6 mesi, in realtà è tutto fermo. Nulla di irreparabile, però bisogna cambiare passo e questo deve accadere subito anche se manca la legge Crimi, lo strumento per sbloccare gli investimenti dei privati.

La cosa certa è che Napoli è strategica per il Paese e per la candidatura dell'Italia. Lo sa Letta che ha fatto parlare appunto la Iervolino per prima. L'appeal di Napoli è grande. E se una tra le riviste di architettura più importanti del mondo tra i 60 progetti presentati per i nuovi stadi ha scelto quello di Napoli quale migliore un motivo c'è. «L'Italia ha parlato con una voce unitaria perché si è potuta esprimere in maniera armonica e unitaria dando prova di grande collaborazione e coesione di tutto il sistema politico, amministrativo e sportivo» il pensiero di Letta.

È ancora la Iervolino però a spiegare di Napoli: «Devo dire - racconta il sindaco - che secondo me è andata molto bene. Nel senso che gli italiani hanno fatto squadra, il governo, il Coni, le città. Io ho parlato per prima e come i sindaci ho dato l'adesione di massima al programma».

Tre stadi da rifare ex novo gli altri 9 da ristrutturare profondamente per una spesa di 745 milioni di euro. Per trasformare il vecchio San Paolo ce ne vorranno 80. Chi paga? La legge Crimi, appunto, che porta il nome di Rocco Crimi il sottosegretario con delega allo Sport, sarà approvata dalla Camera a breve. Quella la svolta: «La Crimi chiama in causa i privati. È fondamentale. Perché per privati si intendono i presidenti delle società sportive. Nel nostro caso Aurelio De Laurentiis. Il governo ci è molto vicino garantirà perché gli stadi si facciano malgrado la crisi economica. Ma i presidenti devono essere coinvolti a livello di presidenza del Consiglio». La Iervolino racconta i 90 minuti trascorsi a Palazzo Chigi: «I delegati Uefa hanno fatto tante domande. A me hanno chiesto perché ci tenessimo agli Europei. Ho parlato della grande passione per il calcio e soprattutto del fatto che nel 2013 avremo il Forum delle culture nell'area occidentale. La stessa del San Paolo, quindi il programma di grandi opere per l'ospitalità è già avviato». Di più: «Un avvenimento così importante crea fortissima aggregazione, la gente sta insieme e rinnova l'orgoglio di essere italiani. Per la città è invece un formidabile lancio per il turismo».

Il presidente Madail non si sbliancia: «L'incontro con il Governo e i Comuni - osserva - è servito a capire quali sono i risvolti e la forza del sostegno della candidatura dell'Italia, quanto raccolto completerà il rapporto di valutazione che pubblicheremo il 14 maggio e sarà la base di valutazione del Comitato esecutivo della Uefa».
Il dossier italiano è corposo a Napoli è chiesto soprattutto di garantire la sicurezza. Nel nuovo San Paolo al riguardo - sotto quelli che adesso sono i distinti - per esempio sono previste celle di sicurezza, posti di polizia. Una novità che avvicina sempre di più - almeno nel progetto - il vecchio impianto di Fuorigrotta agli standard inglesi ritenuti molto efficienti su questo fronte. A Napoli sono attesi ben quattro milioni di tifosi: le teste calde che riusciranno a entrare allo stadio verranno raffreddate nelle celle, per i tifosi normali e non esagitati ci sono due piaze importanti, le fan zone della Stazione marittima e della Mostra d'Oltremare. Ovvero le piazze delle socialità dei tifosi.

Semifinale a Napoli. Il progetto di candidatura dell'Italia per Euro 2016 è stato concepito come un programma lungo 10 anni che avrà un obiettivo primario: determinare una forte eredità al Paese, al calcio italiano ed europeo in termini di infrastrutture sportive. È stato programmato di sviluppare il processo in quattro fasi: la prima quella della pianificazione (2010-2012), la seconda quella dell'investimento (2012-2016), per arrivare all'evento (2016) e poi alla gestione dell'eredità. 12 le città interessate in questa prima fase. Bari, Cagliari, Cesena, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Roma, Torino, Udine e Verona. In caso di assegnazione all'Italia, di queste 12 la Figc ne sceglierà 9 e ufficializzerà la decisione a maggio. Napoli sarà tra le nove e ospiterà una semifinale

Fonte: Il Mattino

di S.S.