Fabiano Santacroce, “il leoncino di Bahia” è finalmente tornato quello dei tempi migliori. La prestazione del San Nicola di Bari è più di una conferma. E allora una cosa è certa: c’è anche lui, il “Santa”, per la corsa del Napoli verso il sogno chiamato Champions League: “Ce la possiamo fare, cercheremo di fare il massimo anche per raggiungere il quarto posto”. giura il difensore. Anche la grinta sembra quella di un tempo, sul campo, così come davanti alle telecamere e ai taccuini. Come ai bei tempi, come quelli della nazionale di Marcello Lippi da cui ha avuto l’onore di essere convocato nel 2008. Già, perché si parlava di Santacroce come erede di Fabio Cannavaro, di un patrimonio inestimabile non solo del Napoli, ma di tutto il calcio italiano; considerato che la scuola nostrana di difensori è in piena crisi e non sforna più talenti. Santacroce, classe 1986, è certamente giocatore di rara caratura tecnica e anche tattica. Peccato, perché questa stagione è nata davvero sotto una cattiva stella divenuta buona solo a cinque giornate dalla fine. Dopo sette mesi di inferno e soprattutto dopo un lungo calvario che sembrava non dovesse avere più fine, ecco di nuovo Santacroce, che ha finalmente rivisto il campo da gioco e la maglia azzurra, uscendo così da un tunnel interminabile.
La maledizione degli infortuni è iniziata molto presto, alla quinta di campionato, dalla sfortunata trasferta di Milano contro l’Inter del 23 settembre 2009. In panca c’era ancora Roberto Donadoni: “Santa” subì un infortunio al menisco esterno del ginocchio destro. Così Iniziò il recupero che non riuscì neppure a completare perché lo scorso 26 febbraio l’azzurro subiva una lesione al menisco mediale del ginocchio sinistro. «Sono stati mesi bruttissimi, per fortuna sono passati. Il rientro è stato ottimo ma devo migliorare”. Ci sono ancora quattro gare, o meglio quattro finali per vedere il miglior Santacroce e soprattutto per tentare la scalata Champions.

Fonte: LEGGO

di VL