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• DOSSENA: JUVE, BENITEZ TE LO SPIEGO IO •

24/04/2010 11:01:15
L’Italia aspetta di cono­scere Rafael Benitez. In realtà, nel nostro campio­nato, c’è qualcuno che già sa tutto del tecnico spagno­lo. Andrea Dossena prima di trasferirsi a Napoli in gennaio ha vissuto un an­no e mezzo col señor Rafa. Benitez lo ha individuato grazie al radar dei suoi fi­dati scout e dopo averlo vi­sto e rivisto nell’estate 2008 lo ha strappato all’U­dinese. A Liverpool, Dosse­na ha imparato i metodi del manager madrileno, i suoi segreti, le sue alchi­mie tattiche, le sue manie. Come prepara le partite, come gestisce lo spoglia­toio. E pur non avendo gio­cato tantissimo ( 18 presen­ze in Premier League), è impossibile strappare a Dossena una virgola nega­tiva su Benitez.. «È’ un maestro, un professionista unico».

Riavvolgiamo il nastro: come è stato il primo col­loquio con Benitez?
«Ottimo, anche perché par­la un buon italiano. Avevo appena finito il campiona­to con l’Udinese. Mi te­lefonò e mi parlò subito di tattica, di ruoli, posizioni. Il discorso più o meno fu questo: “ So che sei abitua­to a giocare esterno in un centrocampo a cinque, ma io voglio utilizzarti come terzino nella difesa a quat­tro”. Subito chiarissimo».

È un tecnico che ama il dialogo.
«Molto. Sugli aspetti tatti­ci è un martello. Nel par­cheggio del centro sportivo o in aereo, Benitez non per­de tempo, sfrutta ogni mi­nuto per fornire indicazio­ni, spiegare posizioni in campo».

L’impressione dall’ester­no è di un allenatore pa­cato, non un istrione alla Mourinho.
«In realtà anche dentro lo spogliatoio è molto lineare, equilibrato. I suoi toni sono sempre bassi, non ricordo episodi in cui gli ho visto alzare la voce».

Nemmeno una sfuriata tra un tempo e l’altro o dopo una brutta sconfit­ta?
«Un episodio del genere c’è. Io non ero presente, me lo hanno raccontato i miei ex compagni. Benitez è an­dato su tutte le furie a Fi­renze, dopo la sconfitta in Champions League. Solo quella volta, però».

In Inghilterra va di moda il tecnico manager. Vale anche per lo spagnolo?
«Benitez sta al centro spor­tivo 8 ore al giorno. E’ sia manager del mercato sia allenatore di campo. Il pre­paratore atletico guida ri­scaldamento e parte fisica, un po’ come succede ovun­que. Ma le esercitazioni tattiche le dirige tutte lui. In Premier non è così ovunque: molti tecnici “ co­mandano”, ma magari sul campo arrivano solo a metà seduta».

Dei suoi collaboratori si parla molto. Si dice abbia un’intera “ squadra” al suo seguito.
«Ha uno staff numeroso e professionale. Alcuni lavo­rano in campo, altri hanno compiti esterni. Benitez è carismatico, ha grande fee­ling con i collaboratori».

Sul mercato non è certo nazionalista...
«Lui e il suo staff seguono tutti i campionati interna­zionali. Guardate la rosa del Liverpool: ci saranno due inglesi.. ». Dovesse sintetizzare il metodo dello spagnolo? «Molta tattica. In campo e nelle riunioni».

Che strumenti utilizza?
«Lavagna e tantissimi vi­deo. Nelle analisi delle si­tuazioni di gioco è davvero maniacale. Dedica grande attenzione a punizioni e calci d’angolo. In Inghilter­ra, ancor più che da noi, sa­per sfruttare le palle inat­tive è determinante».


Fonte: Tuttosport

di VL

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