Secondo la logica il Napoli non dovrebbe temere nulla, o quasi, dal prossimo scontro con il Chievo. La squadra di Di Carlo è ormai salva e priva di motivazioni, ed al suo interno non vanta individualità tali da impensierire seriamente la retroguardia partenopea. Certo, i clivensi sono una formazione ben organizzata, capace di esprimere un buon calcio in ripartenza e che sa ben disporsi difensivamente, ma non sarà questo che dovrà preoccupare il Napoli domenica prossima. La squadra di Mazzarri dovrà infatti temere solo i propri limiti, la sua incapacità di dare l’accelerata decisiva nelle partite determinanti, la mancanza di grinta e cattiveria, l’inabilità a cogliere le occasioni che il campionato ha offerto e, soprattutto, questa settimana ci sarà da combattere l’inconscio senso di appagamento derivante dal pensiero di aver, tutto sommato, quasi già centrato l’obiettivo europeo, accontentandosi di un settimo posto che difficilmente Genoa e Fiorentina riusciranno ad insidiare.

L’atteggiamento degli azzurri dovrebbe essere invece diametralmente opposto, votato alla rincorsa ad una sesta posizione che consentirebbe di accedere direttamente all’Europa League, senza l’impiccio dei preliminari, evitando l’umiliazione di finire in classifica alle spalle di una Juve, quest’anno, imbarazzante.

Quella contro il Chievo non sarà una finale, come invece va dicendo da mesi Mazzarri, con effetti catastrofici. Sarà una partita come tante, ed anche alquanto abbordabile, in cui il Napoli dovrà portare i tre punti a casa senza soffrire nemmeno troppo, ma con una fame di far risultato che da mesi ha abbandonato questa squadra. Con la giusta mentalità e senza autolesionismi tattici, il risultato dovrebbe essere assicurato.

Da parte sua il Chievo avrà il vantaggio di poter giocare il match con la mente sgombra dalla necessità di fare risultato. I clivensi penseranno a fare la propria partita, fondando le proprie iniziative sui movimenti offensivi del solito Pellissier e sull’intraprendenza del giovane De Paula. Dietro questo tandem offensivo Di Carlo schiererà il solito centrocampo a rombo, che dovrà però fare a meno di Luciano. Bentivoglio agirà come vertice alto e Rigoni davanti alla difesa. I due intermedi di centrocampo saranno Pinzi, deputato agli inserimenti senza palla, e Marcolini, che col suo eccellente sinistro ispirerà molte delle azioni offensive dei suoi.

La difesa fonderà le sue sorti sulla bravura del portiere Sorrentino, dovendo fare a meno dell’esperienza del futuro rossonero Yepes. A sostituire il colombiano ci sarà Nicolas Frey, al fianco del quale agirà Morero. Le corsie esterne saranno occupate a destra da Sardo e a sinistra da Mantovani.

di Eduardo Letizia