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• DETTI E CONTRADDETTI - AMENITA' DALLE ULTIME DI CAMPIONATO E DINTORNI •

03/05/2010 09:59:54
 La terzultima di campionato ha regalato belle emozioni e preparato ad un'intrigante sfida per il quarto posto tra Palermo e Sampdoria, tra Miccoli e Cassano, tra Cavani e Pazzini, tra il carattere di Delio Rossi e le parole spesso incomprensibili di Gigi del Neri, tra la maggior tranquillità di Garrone e l'umor sanguigno di Zamparini.
Nella stessa giornata, complice il capitombolo del Genoa a Bari, il Napoli e la Juventus si sono matematicamente assicurate l'accesso all'Europa minore. Il Napoli ha sorpassato la Juventus con una vittoria di cuore e sudore sul campo del Chievo (onore al Chievo che ha provato a giocare tutte le sue cartucce, diversamente da altri), la Vecchia SIgnora sempre più acciaccata e malridotta ha impattato sul campo del Catania, ormai salvo. 
Fa sorridere e sotto sotto fa anche un po' piacere vedere i bianconeri fuori dalla Champions League. Parecchi punti che hanno accumulato sono arrivati in maniera calciopolitana, grazie a quella che Moggi continua a chiamare "sudditanza psicologica", e a rigori magicamente procurati da Mago Merlino delle cadute e dei tocchi inesistenti Signor Del Piero. Non è quindi anomalo che mezza Italia del pallone se la goda. Per il Napoli gestire il sorpasso su una squadra che secondo la stampa nazionale avrebbe dato filo da torcere alla pazza Inter fa piacere in virtù delle ataviche rivalità, ma non certo di questo campionato, nel quale la vecchia Signora dei Felipe Melo e dei Diego (mai nome fu meno azzeccato), ovvero due tra i maggiori bidoni della stagione, ha dimostrato di essere lontanissima non solo dall'Inter, ma anche dalla Roma di un Ranieri cacciato indegnamente da Torino, dal Milan del giovane Leonardo e da squadre come Palermo e Sampdoria. Aggiungere il Napoli non sarebbe corretto. E vi spieghiamo perché. Il Napoli merita certamente il sorpasso sulla Juve, ma non merita di figurare accanto a Palermo e Samp. Troppe corse sprecate, troppe palle gettate, troppe occasioni mancate. Nell'Europa che conta, in un campionato mediocre e purtroppo nel finale anche vergognoso (e tra un po' ci spieghiamo., il Napoli avrebbe meritato di esserci, ma avrebbe dovuto crederci e avrebbe dovuto lottare di più. Non solo contro le grandi. Anche contro le piccole. Perché è lì che abbiamo perso punti su punti. Al momento godiamoci l'accesso in Europa, sperando di evitare i preliminari (con le italiche giacchette non si sa mai), e ridiamo per i simpatici siparietti mostrati alla tv tra i fratelli Cannavaro. Quanto deve aver goduto il piccolo Paoletto quest'anno non è quantificabile. 
Sui nostri abbiamo detto abbastanza ma non troppo. Mancano i complimenti a Denis per il bel goal (peccato che come al solito ne abbia mancati molti altri) e al nostro Pocho, che ci ha regalato l'accesso in Europa. Al Pocho vanno anche gli auguri più sentiti per il suo compleanno. Oggi compie un quarto di secolo. Venticinque anni di corsa e di pallone. Su De Santis invece non ci esprimiamo. Il nostro portierone va difeso. Ci ha salvato in tantissime occasioni e ha gicoato tutte le gare. Ad un signor portiere va perdonato anche uno svarione. 
E saliamo ai piani alti. L'Inter ha praticamente vinto lo scudetto. Uno scudetto che merita perché è la più forte (e quest'anno lo dimostra anche il cammino in Europa). Uno scudetto che il cuore della Roma avrebbe potuto scucirle dal petto, solo se i giallorossi non avessero fatto harakiri contro la Sampdoria. Ma gli scudetti non si vincono solo con il cuore e tanti fattori più o meno importanti fanno da contorno. All'Inter i complimenti per la sua stagione, alla Roma lo stesso. Vergogna invece per chi ieri sera ha pensato che l'Inter avesse bisogno dei suoi servigi e dei suoi favori, i servigi e i favori di una squadra che lotta per la retrocessione e che la meriterebbe MORALMENTE per lo spettacolo antisportivo messo in campo da dieci dei suoi giocatori e da tutta la sua tifoseria, non solo dai tristemente famosi "IRRIDUCIBILI". La Lazio ha giocato una partita biscotto, convalidando tutte quelle supposizioni che a questo punto - giustamente - le radio romane di parte giallorossa avevano palesato in settimana. Solo il portiere biancoceleste ha dimostrato di sapere cosa significa giocare a pallone. Per il resto giocatori e tifosi hanno ulteriormente svergognato l'italico pallone (casomai ce ne fosse bisogno). Dispiace per Reja, nonostante fosse in tribuna, che macchia la sua carriera, trovandosi in un ambiente del genere. E non ci sono pollici versi (per giunta fatti sotto la propria curva) che giustificano la vergogna di ieri sera. Un'altra triste pagina, un'altra pagina che ci dimostra quanto ogni domenica veniamo presi per i fondelli. Ma la macchina corre, e noi pazzi di quel pallone che rotola ci lasciamo ingannare. Intercettazioni o meno, continuiamo a sperare e inutilmente a sognare. A ricordarci l'onore squadre come Chievo e Parma, che hanno lottato fino all'ultimo. A ricordarci la vergogna un intero stadio e in parte anche la stampa nazionale, che dopo il derby ha regalato pagine su pagine e trasmissioni su trasmissioni ai pollici versi del capitano giallorosso, ma poche parole agli scontri occorsi fuori e dentro l'Olimpico, scontri che le tifoserie delle due romane avrebbero dovuto pagare in ben altro modo...ma si sa i pollici versi di Francesco Totti fanno più audience e soprattutto consentono ancora una volta di dire che i cattivi stanno altrove. A buon intenditor poche parole. Speriamo che a festeggiare sia Paoletto e per scaramanzia non aggiungiamo altro. Buona settimana a tutti. 

 


Fonte: Pianetazzurro

di Renata Scielzo

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cambia

partite da giocare in contemporanea
Di Renata - scritto il 03/05/2010 10:12:57

Scontato aggiungere che la Lega deve imporsi con Sky e mediaset. Nelle ultime giornate di campionato i match vanno giocati tutti allo stesso orario.


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