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• WALTER GARGANO: PER L'URUGUAY ARRIVARE AI QUARTI SAREBBE UN GRANDE RISULTATO •

22/05/2010 15:32:36
Meglio dieci, cento pannolini e altrettante notti in bianco che la Seleçao. Walter Gargano ride, e non potrebbe essere altrimenti considerando il momento magico, ma tra l’ironia e la verità il passo è molto breve: «Credo che sia molto più difficile una sfida con il Brasile». La finale Il Mondiale è dietro l’angolo e la lista dei 23 del Maestro Tabarez è quasi definita. Mancano soltanto gli ultimi tagli, che saranno comunicati con ogni probabilità dopo l’amichevole che la Celeste giocherà mercoledì al Centenario di Montevideo con Israele. Un dettaglio, nulla più, per Walter: lui è già in Sudafrica. Anzi, è uno dei titolari della squadra inserita nel girone dei padroni di casa sudafricani, del Messico e della Francia. «Per noi sarebbe già un grande risultato arrivare fino ai quarti di finale, ma è logico che come tutti anche noi sogniamo di arrivare in finale», dice il mediano di Paysandù. Il sogno e il sonno Sogni. Concetti in rima con le notti insonni: benvenuto Matias, il primogenito di Gargano e della signorina Miska Hamsik, sorella dl capitano slovacco e collega azzurro Marek. Il bimbo è nato poco prima della fine del campionato «e ancora non ho recuperato tutte le ore di sonno perdute in queste settimane», scherza ancora Walter. «Lui mi ha cambiato la vita, è fantastico. Stupendo. Mi regala un’energia inesauribile». Tale da suggerire un paragone sospeso tra il fasciatoio e il Sudafrica: «Per intenderci, credo ancora che sia molto più semplice cambiare i pannolini piuttosto che marcare i centrocampisti centrali del Brasile». Non accadrà per i primi periodi. Ma anche il primo avversario sarà bello tosto: «Cominciamo contro la Francia, e credo che sia un bene: sarà un test molto attendibile per capire il nostro livello. Anche il Messico è un avversario di buon livello, ma le squadre che preferisco, che ritengo più attrezzate insomma, sono la Spagna, il Brasile e l’Argentina». Del suo amico Lavezzi. Che però non è stato convocato: «Mi spiace per lui». Dicevamo: «Anche Olanda e Inghilterra hanno calciatori di grande livello». L’Italia è assente dalla lista delle favorite del Mota. Il gioco napoletano Uno di quelli che nel dna ha la cosiddetta «Garra Charrua». Che letteralmente è la tempra, il vigore dei Charruas, gli indiani nativi dell’est del Rio de la Plata di cui gli uruguaiani vanno fieri, ma che in un concetto più ampio si può tradurre come una grinta infinita. Gargano la esibisce ogni volta che scende in campo e in Uruguay la gente lo paragona ai guerrieri nativi: «Sì, in effetti non mi tiro mai indietro, ma anche nella Celeste come nel Napoli mi viene chiesto di partecipare alla costruzione del gioco. Sotto questo aspetto, i miei modelli sono lo spagnolo Xavi, che ruba mille palloni e detta passaggi perfetti, e l’argentino Veron».
Fonte: Il Mattino
di E.G.
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NEWS NAPOLI
Gargano
Di Sergio - scritto il 22/05/2010 19:40:09
Non ci crederete, ma nel parcheggio, del piccolo municipio, di Feldchirken a. d. , nell'alta Austria, avuta la giusta soffiata, con un autentico blitz, sono stato il primo in assoluto a dare il Benvenuto nel Napoli a Gargano, appena sceso dalla macchina accompagnato dall'interpetre, precedendo Marino, e i media presenti nello stupore e le risate generali. Sembrava il figlio di quello di adesso, per timidezza e emotività, gentile e disponibile, dalle possibilità atletiche inesauribili, indispensabile nello spezzare le trame di gioco avversarie, ma haime! la maggior parte dei palloni che cattura li restituisce, probabilmente in un eccesso di cortesia. Schezi a parte, non so se con allenamenti specifici si riesca ad ovviare a questo tipo di carenza, ma qualora fosse possibile non dico risolverlo, ma perlomento migliorarlo sufficientemente, ci troveremmo un gran bel giocatore.
Saluti.