La girandola dei nomi continua: tra mezze ammissioni, dichiarazioni di simpatia verso questo o quel giocatore da parte del club. Con la variabile (già impazzita) di un mercato che si aprirà (solo il primo luglio) all’insegna del rigore economico. Se di austerity parla il presidente del Milan (quindici milioni a disposizione), se Moratti oggi (e non ieri) fa attenzione al portafogli, il segnale che la crisi economica ha investito anche il dorato mondo del calcio, è fortissimo.

Ingaggi da contenere, bilanci da tenere in regola: questa la strategia generale. E il Napoli, per ora solo sorellina dei colossi, si inserisce a pieno titolo in questo contesto di contenimento. Senza soldi, non si cantano messe, recita un antico adagio. Senza vendite, difficile fare acquisti, recita invece la strategia del club guidato da Aurelio De Laurentiis. Un centinaio di giocatori acquistati negli ultimi tre anni, di vendite neanche a parlarne. Cinquantasei milioni spesi, nonostante tutto, nella stagione scorsa. Investimenti importanti ai quali non sono corrisposte entrate efficaci: dieci giocatori che rientrano dai prestiti, tre comproprietà da risolvere.

E il bomber? Quello da venti gol di cui a più riprese ha parlato nelle ultime settimaneil presidente azzurro? Quello può arrivare, ma il «botto» non è neanche all’orizzonte. Perchè c’è da aspettare, da far fruttare (finalmente dopo anni) un patrimonio che è in giro per l’Europa. Insomma, c’è da far cassa. Poi, certo, si potrà mettere mano al portafogli e provare a fare il sacrificio per il bomber. Luca Toni, 33 anni ieri, scelta prima di Mazzarri, non rientra nei parametri del club. Ma la strada che porta all’attaccante di proprietà del Bayern di Monaco, è sì lunga ma non ardua. Se lui si riduce lo stipendio, se i tedeschi si convincono a pagarne una parte consistente e se si raggiunge un compromesso sui diritti di immagine, l’operazione non è peregrina. La trattativa, o meglio il sondaggio, è concreto ma(e ritorna il vecchio adagio) senza soldi non si canta- no messe. Per ora, ovvio. Al direttore sportivo Riccardo Bigon una gatta difficilissima da pelare: collocare giocatori non acquistati da lui negli anni precedenti (molti sono bandiere della serie C) e provare a ricavarne il massimo possibile.

Dalla Bona, Bucchi, De Zerbi, Amodio, Pià: sono solo i nomi più antichi, quelli che ogni anno ritornano e che hanno anche uno stipendio di tutto rispetto. Il Napoli aspetta e lavora in uscita. Condizione necessaria per far fronte in maniera dignitosa alla campagna acquisti per la prossima stagione. E per tornare al punto di partenza: il bomber. Matri, Maxi Lopez, lo stesso Toni: praticabili, ma per ora ancora inaccessibili. Si guarda e si monitora ovunque. Dal Brasile alla Grecia, alla Francia e all’Argentina: perchè l’idea è quella di non lasciarsi sfuggire giovani talenti, quelli che non fanno subito la differenza, ma che in prospettiva possono garantire gol e traguardi. L’Europa League, il campionato e la coppa Italia sono però appuntamenti stringenti e il Napoli di Mazzarri deve attrezzarsi. Tutto chiaro, ma bisogna sfruttare al meglio il tesoretto. Una cassaforte onerosa che potrà poi portare al bomber.

Fonte: Corr. Mezzogiorno

di S.S.