"L'orgoglio di chi vuole restare". Può essere questo il tema da qui sino alla fine del campionato del Napoli. Più che di un tema dettato dalla fantasia si tratta della voglia matta di quei giocatori che stanno ben figurando e che a suon di prestazione stanno cercando di convincere Roberto Donadoni a tenerli anche per l'anno prossimo, nel nuovo progetto azzurro. Della serie: "mister ci siamo anche noi e vorremmo restare anche l'anno venturo". Prendiamo il caso emblematico di Inacio Pià, 2 gol nelle ultime due gare. Lo stesso Donadoni lo ha definito "un esempio da seguire", perchè lui, Inacio, era stato praticamente gettato nel dimenticatoio da Edy Reja dopo aver comunque contribuito al passaggio storico degli azzurri in coppa Uefa. Ed ora Pià sembra essere tornato quello di inizio stagione: corre, non si ferma mai e segna pure. Mancano ancora tre gare, ma il tutto fa presupporre che Donadoni darà ancora spazio e minutaggio al brasiliano che sta dimostrando anche tatticamente di poter essere il vice Lavezzi per la prossima stagione. Ma sul taccuino di Donadoni anche ci sono gli argentini Datolo e Navarro. Il primo deve sicuramente trovare una collocazione stabile in mezzo al campo, ma la prova di Lecce è una tra le migliori da quando è sbarcato a Napoli: suo l'assist per Pià, peccato che si sia divorato il possibile 2-0 che avrebbe potuto chiudere la gara nel primo tempo.
Navarro, invece è stato senza dubbio il migliore in campo, colui che ha salvato il risultato con parate da istintivo puro tra i pali. Certo il portiere argentino non sarà Buffon stilisticamente parlando, ma non dimentichiamo che il Napoli vinse il primo storico scudetto con Claudio Garella alla Lazio soprannominato "Paparella" e poi divenuto "Garellik" al Verona e al Napoli: un numero uno che in fatto di stile lasciava a desiderare, pur riuscendo a parare con gli arti inferiori ed anche con la natica.

Fonte: LEGGO

di PianetAzzurro.it