È guerra aperta tra il Napoli e il clan Lavezzi (nella foto di Felice De Martino). Da quel giorno in cui il Pocho lasciò anzi tempo la squadra per scappare in Argentina con tanto di lettera di saluti. Saluti che non ha gradito Marino, ma soprattutto De Laurentiis. Ormai, il braccio di ferro tra i procuratori di Lavezzi e il Napoli dura da tempo, diremmo da Natale, da quando cioè il direttore Marino promise al Pocho un congruo adeguamento del contratto. Alla resa dei conti, il Napoli, visto il clamoroso calo di rendimento dell’argentino, le continue scorribande notturne e soprattutto il non raggiungimento della qualificazione in Europe League, avrà ritenuto, forse opportunamente, di non premiare Lavezzi con l’adeguamento. Lo sbaglio del club azzurro, però, è stato quello non solo di non aver fornito una comunicazione ufficiale a Lavezzi circa il mutamento delle intenzioni societarie in merito all’aumento del contratto, ma soprattutto quello di aver avuto nei confronti dell’ entourage del Pocho un atteggiamento di chiusura e sdegnoso silenzio, tanto da non rispondere mai neanche al cellulare alle telefonate dello stesso giocatore. Un comportamento probabilmente poco garbato che avrebbe fatto imbestialire chiunque. Ma gli sbagli di Marino finiscono qui, mentre tanti, troppi, nel frattempo sono stati gli autogol dei manager del giocatore. Innanzitutto, è assolutamente da condannare una partenza anticipata del giocatore quattro giorni prima del rompete le righe: è questa da considerare una mancanza di rispetto totale soprattutto nei confronti dei compagni di squadra, non solo verso il datore di lavoro che paga puntualmente gli stipendi. Anche i toni e le argomentazioni manifestate da Mazzoni e Rossetto, soprattutto nei confronti di Pierpaolo Marino, sono state ai limiti della querela.

Ciò premesso, il problema è però un altro. Qui vorremmo ragionare soprattutto sul piano tecnico, non tanto su quello comportamentale, problematica quest’ultima che lasciamo risolvere fra di loro alle varie parti in causa.  

Lavezzi in questi due anni, e su questo non vi è dubbio alcuno, è stato l’unico giocatore davvero determinante ed insostituibile prima per Reja e poi per Donadoni. Il problema è cercare di capire se davvero il Napoli vuole o può tenere il Pocho ed eventualmente come rimpiazzarlo in sede di campagna acquisti. Fossimo in Marino e De Laurentiis cercheremmo di mediare e dialogare apertamente con Lavezzi per comprendere fino a che punto il rapporto può essere ricucito. Questo perché uno scontro senza fine tra Lavezzi e il Napoli non farebbe bene a nessuno. Né al calciatore che rischierebbe di perdere i Mondiali, né al patron De Laurentiis che vedrebbe il valore del cartellino del proprio giocatore deprezzarsi vertiginosamente. Oltretutto, rimpiazzare Lavezzi non sarebbe per niente facile come si sente in giro. Calciatori che saltano l’uomo, che fanno la differenza, ce ne sono pochi. E quelli che ci sono costano e anche tanto. Quindi il Napoli potrebbe anche pensare di cedere Lavezzi, a patto però che chi lo sostituisca sia un Cassano tanto per intenderci. Non certo una scommessa qualsiasi, che dopo il fantastico colpo Quagliarella, farebbe impoverire nuovamente il roster azzurro. Insomma, il Napoli e Lavezzi trovino il modo di convivere, cerchino un’intesa che soddisfi entrambi. Se proprio non fosse possibile, allora, i tifosi al posto di Lavezzi vorrebbero vedere giocare accanto a Quagliarella un campione vero, non certo un Palladino qualsiasi che tra l’altro lo scorso anno già rifiutò la destinazione partenopea.

di Vincenzo Letizia