Pompea Napoli – Scavolini Pesaro 86-79

(15-24, 40-44, 63-65)

 

La foto di Penberthy è stata realizzata da Alfredo De Lise

 (vietata la riproduzione senza citare fonte del professionista e del sito).
 

 

Pompea Napoli – Fevola ne, Morena ne, Gatto ne, Spinelli 4 (1/2, 0/1), Allen 15 (1/5, 2/3), Albano 3 (0/1, 1/3), Rocca 13 (5/12 da due), Dalipagic 4 (2/4, 0/1), Garrett 2 (1/2 da due), Penberthy 22 (3/7, 4/7), Andersen 9 (4/8 da due), Trepagnier 14 (2/5, 2/2). All. Mazzon

Scavolini Pesaro – Mottola 15 (6/11, 1/2), Smith 27 (6/13, 5/12), Gigena S. ne, Rannikko 3 (1/1 da tre), Rossini  (0/1, 0/4), Milic 24 (8/10, 1/1), Frosini 2 (1/2 da due), Ress 1 (0/1, 0/1), Forrest 1, Malaventura 3 (1/2 da tre), Djordjevic 3 (0/1, 1/5). All. Melillo

Arbitri: Paternicò, Filippini, Duranti.

Note: Tiri liberi - Pompea 21/27, Scavolini 7/11; rimbalzi – Pompea 46 (Andersen 11), Scavolini 24 (Frosini 7); spettatori 3900 incasso 23.000eu. Prima della partita si è svolta all’ esterno del palazzetto la cerimonia che ufficializza l’intitolazione dell’impianto a Lello Barbuto. Gara che è  stata preceduta da un commovente ricordo del pubblico napoletano per la prematura scomparsa della guardia pesarese Alphonso Ford.

 

E’ un play off infinito la sfida tra Pompea e Scavolini. Tale è stata l’intensità dimostrata in campo tra le due squadre, che ha ricordato le battaglie della scorsa stagione, in una partita non bellissima, ma la posta in palio era troppo importante per badare all’estetica. Ha vinto Napoli, che è stata capace di risorgere per ben due volte dalle sue ceneri nell’ arco dell’incontro, quando è andata sotto di brutto dando l’impressione di compromettere qualsiasi possibilità di successo, gettando il cuore oltre l’ostacolo, conquistando un mare di rimbalzi e rimediando così ad una serata al tiro non proprio positiva.

Sin dall’avvìo di gara si era capito infatti che Pesaro non aveva alcuna intenzione di ritornare nelle Marche a mani vuote, conquistando immediatamente l’inerzia della partita (0-7 al 2’, 4-12 al 4’). Gli azzurri tentano di abbozzare una reazione con Albano e Penberthy (10-12 al 6’) ma Mottola e Smith sono in serata sì e ricacciano indietro i partenopei al primo mini-riposo.

Nella secondra frazione si aggiunge ai già citati giocatori biancorossi anche lo show di Milic e il parziale in favore della “ Scavo” diventa devastante con gli azzurri addirittura doppiati nel punteggio (15-30 al 12’). Rimane costantemente in doppia cifra il gap di ritardo dei padroni di casa, fino al momento in cui coach Mazzon fa ricorso alle seconde linee, con Spinelli in regia al posto di uno spento Allen, e un’ inedita coppia di lunghi formata da Dalipagic e Rocca, con quest’ultimo che firma il primo clamoroso vantaggio interno (39-38 al 17’), dopo una buona serie in attacco di Trepagnier. In questa fase della gara anche Penberthy soffre tantissimo la marcatura di uno Smith che non si limita quindi a martellare a ripetizione la retina partenopea, ma intanto si va al riposo con la formazione di Melillo di nuovo avanti e la misura per i napoletani non sembra incolmabile.

Al rientro dagli spogliatoi invece riprende lo show del trio Milic-Smith-Mottola, mentre il resto del roster pesarese non fornisce alla causa un grosso contributo, e ripiomba nel buio il Palabarbuto (49-62 al 27’).

Finalmente Allen suona la carica firmando un personalissimo parziale di 8-0, e si comincia l’ultimo periodo con la Pompea a stretto contatto con Pesaro prima, per poi passare decisamente a condurre con Penberthy che chiude un complessivo parziale favorevole di 21-3 a cavallo del III e IV tempo (70-65 al 32’). Milic e Smith riportano in testa i “cucinieri”(71-72 al 35’), ma la guardia californiana partenopea decide di indossare i panni del killer e per gli ospiti non c’è più niente da fare. Solita ovazione finale della torcida azzurra per una squadra che rimane a punteggio pieno dopo tre giornate, fatto assoluatemente inedito per una compagine di basket napoletana nella massima divisione da 25 anni a questa parte. E ora, mercoledì prossimo, sotto con Varese.

                                                  
Carmine Casella                                            11/10/2004


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