Aspettando di giocare accanto ad Ibrahimovic e di firmare un altro «triplete» con il Barcellona, mentre gira l’Europa per amichevoli di prestigio (ieri quella con gli arabi dell’Al-Ahly a Wembley) Lionel Messi parla del Napoli e dell’amico Ezequiel Lavezzi, rosarino come lui, quindi orgoglioso, secondo il profilo dei caratteri che fanno in Argentina. «Vorrei che il Pocho portasse il Napoli in Europa».
Lui, la stella del Barça che nella scorsa stagione ha vinto tutto con l’esordiente allenatore Guardiola («el triplete»: Champions, scudetto e coppa del Re), ha un affetto particolare per il Napoli, Napoli e i napoletani. «Ricordo l’accoglienza ricevuta in Campania nel 2006, poche settimane prima che cominciassero i Mondiali in Germania. La Seleccion era in un albergo vicino a Napoli e giocò un’amichevole a Salerno: quanto calore per me e i miei compagni».
Il sogno del popolo del San Paolo è vedere in azzurro un fenomeno come lui, un quarto di secolo dopo Maradona. E la Pulga, la straordinaria Pulce, una speranza la dà. Messi, a 22 anni si sente già il miglior giocatore al mondo?
«No. L’unica cosa che veramente sento, e di cui sono molto orgoglioso, è giocare nella squadra che ha vinto la Champions League».
Le manca il Pallone d’oro, il trofeo vinto negli ultimi due anni da Kakà e Cristiano Ronaldo, le nuove stelle del Real?
«È importante per un calciatore, uno di quelli che fa piacere avere nella propria bacheca. Però non averlo vinto non mi impedisce di dormire. Se arriva, meglio. Ma non sono io che devo decidere».
Kakà e Ibrahimovic si sono trasferiti in Spagna: cosa perde il calcio italiano e cosa acquista la Liga?
«Loro sono grandi giocatori che alzano il livello del campionato spagnolo, però la serie A resterà quella, con due figure in meno nelle sue fila».
Il Real Madrid è nuovamente galactico, ha comprato un fuoriclasse dietro l’altro.
«Il Real ha un gruppo fortissimo, ma io conosco bene quello del Barça e ho grande fiducia».
Stagione 2009-2010, quali sono gli obiettivi di Messi?
«Vincere tutto quello che c’è da vincere, come sempre. Il Barcellona è una grande squadra e proveremo a puntare su ogni titolo, sempre restando umili, procedendo passo dopo passo».
A settembre ci sono due partite decisive per la qualificazione ai Mondiali: l’Argentina non è messa bene in classifica.
«Non penso che la Seleccion non si qualificherà: saremo protagonisti in Sudafrica».
A proposito di argentini, il Napoli ne ha cinque in ritiro ed è un record: a Lavezzi, Denis, Navarro e Datolo si è aggiunto Campagnaro, arrivato dalla Sampdoria.
«Li conosco tutti, qualcuno un po’ di più perché l'ho frequentato nella Seleccion, come Lavezzi, Navarro e Denis. Sono tutti giocatori di valore per far parte di una squadra come quella».
Undici mesi fa lei ha vinto a Pechino l’oro olimpico: al suo fianco c’era Lavezzi.
«Il Pocho ha qualità straordinarie, in particolare la velocità e la potenza. E poi il gol: ne fa di bellissimi».
Tra Lavezzi e il Napoli è aperto un contenzioso sull’aumento di contratto: pensa che sia giusto che lui resti in maglia azzurra?
«Il Napoli è un grande club e merita di poter giocare in una competizione europea. Sinceramente spero che riuscirà a centrare con il Pocho questo obiettivo: lo meritano lui e i suoi compagni».
A Messi, vincitore della Champions 2009 e re d'Europa, piacerebbe affrontare il Napoli nelle coppe?
«Certo. Chi non gradirebbe giocare con squadre di questo livello, con questa tradizione e con questo pubblico?».
Conosce Donadoni, dallo scorso marzo allenatore del Napoli?
«Per lui parla il palmares da calciatore, i trofei conquistati con il Milan e le partite con l'Italia. Da tecnico ha già una buona esperienza, visto che ha guidato la Nazionale agli Europei. Farà bene a Napoli».
Napoli ha un rapporto magico con gli argentini.
«Lo sa tutto il mondo, non soltanto un argentino, quanto i calciatori del mio Paese siano stati sempre trattati bene grazie alle vittorie ottenute con Maradona. La gente, poi, è fantastica».
Messi, sa che il grande sogno dei tifosi del Napoli è vedere un giorno un campione come lei in azzurro?
«Niente è impossibile nel calcio».

Fonte: Il Mattino

di VL