"Ho preso il Cristiano Ronaldo d'Italia". Con queste parole, dettate da un eccesso di stima, l'ex dg azzurro Pierpaolo Marino presentò alla piazza di Napoli il suo ultimo colpo di mercato. Era il gennaio del 2008, e Daniele Mannini rappresentava poco più di una scommessa per il Napoli appena risalito dall'Inferno della B. Proprio dal campionato cadetto, dove aveva vestito per quattro stagioni la casacca del Brescia, il giovane figlio d'arte (suo padre Alessandro è stato per nove anni portiere e bandiera del Pisa) era giunto a titolo definitivo. 

Per averlo, Marino aveva dovuto sborsare 6.5 milioni di euro, e vincere l'agguerrita concorrenza dell'Inter. Il club nerazzurro vantava infatti un'opzione sul giocatore viareggino, che aveva già militato nella massima serie nel 2004, sempre con le "rondinelle", mettendo anche a segno tre reti. All'ombra del Vesuvio rimane un campionato e mezzo: 39 presenze funestate dalla squalifica per un ritardo ai controlli antidoping, decisa dal Tas di Losanna. Due mesi durante i quali Mannini si batte come un leone, per contrastare l'iniqua sanzione (un anno di stop) chiesta dall'agenzia mondiale per la lotta al doping. Una guerra vinta grazie al sostegno concreto della Figc, del Napoli e dell'intero movimento calcistico nazionale.

Destro naturale, all'occorrenza impiegabile anche come seconda punta, in azzurro Mannini è costretto ad inventarsi esterno difensivo. Reja prima, e Donadoni poi, lo impiegano infatti come quinto di sinistra a centrocampo. Con spirito di sacrificio Daniele accetta la scommessa, pur sacrificando molto alle sue doti di finalizzatore. "Giocando in quella posizione, percorrevo su e giù la fascia almeno cento volte nel corso di una partita. Così, arrivato nella venti metri avversaria, di porte ne vedevo due" ricorda oggi, con non troppa nostalgia, il neo acquisto della Sampdoria.

Il sogno partenopeo di Mannini si infrange all'alba del 9 luglio, nell'ambito dell'operazione che porta il difensore argentino Campagnaro alla corte di Donadoni. Sotto la Lanterna, Daniele ci mette poco ad alimentare rimpianti nella piazza che lo ha consacrato al grande calcio. Del Neri lo impiega nel suo ruolo prediletto: quello di ala sinistra nel 4-4-2 spumeggiate ed iper-offensivo dei dorici. In otto turni, Mannini ha già realizzato tre reti: eguagliando il record raggiunto in un campionato intero col Brescia, e superando di una unità il totale raggiunto in maglia azzurra. Gol, ma anche assist a profusione: negli ultimi due turni è stato il "Pazzo" Pazzini a beneficiarne, contro Inter e Parma, fruttando alla Samp ben 4 punti ed il primato in condominio coi nerazzurri.

Mannini, già in odore di Nazionale, non è rimpianto adesso soltanto dai tifosi. "Mi manca" ha confessato infatti ieri il presidente De Laurentiis, deciso a riportare a casa il figliuol prodigo. "Marino voleva cedere tutto il suo cartellino: per fortuna, invece, ho insistito e mi sono tenuto il 50%" spiega il presidente, a conferma che -a volte- cambiare non rappresenta un vantaggio.

di Simone Spisso