Cari lettori, bentornati al nostro consueto appuntamento.

Abbiamo atteso la giornata di lunedì, sperando che la notte – come si suol dire – portasse consiglio.

E pare che sia andata così in casa Napoli. Senza voler fare gli uccellacci del malaugurio l’avevamo previsto. Avevamo immaginato che Marino sarebbe stato solo il primo tassello di un repulisti più generale. Il direttore generale aveva sbagliato acquisti e cessioni, ma il mister quanto a richieste e scelte tecniche non era stato da meno. La settimana lo vedeva già a rischio e Totti (che non è propriamente il portafortuna del tecnico bergamasco) e una Roma/Rometta (perché per nulla brillante) hanno affossato definitivamente un Napoli senza gioco e un mister che va a sostituire Datolo con Zuniga (misteri della fede) e fa entrare in campo Denis a due minuti dalla fine, quando è sotto di 2-1. Paradossali, se di più se ne può, i suoi commenti. Quasi a voler dire: “doveva andare così”. Non sappiamo se ci ha più fatto sorridere la sua rassegnazione post partita o lo spettacolo sugli spalti con De Laurentiis junior che gioiva al goal fortunoso di Lavezzi (il portiere della Roma sarebbe il degno completamento della nostra splendida difesa) e il padre con un sorriso in stile iena ridens tra il dispiacere per la squadra per cui sotto sotto tifa (la Roma) e la preoccupazione di non potersi liberare al più presto del secondo peso morto (Donadoni). Alla fine la Roma ha vinto e paradossalmente pare aver reso tutti contenti. Persino i tifosi, disperati per lo spettacolo sportivo offerto, per le scelte tecniche e non e per le umiliazioni di questo inizio campionato; umiliazioni che una squadra che vanta il quarto bacino d’utenza di Italia quanto a tifosi non può e non deve subire. E in questo – pare strano – siamo d’accordo con il presidente. Le acque si iniziamo a smuovere e anche Colui che tutto move, che quest’estate ci ha “gabbato” con accordi nemmeno sottobanco con Sky al prezzo di 10 euro a match e illuso con una festa oltremodo kitsch, forse sta capendo dove bisogna andare a parare. Altro che Europa. Urgono scossoni, altrimenti si torna tra i cadetti con Montervino pronto a ridersela con la sua nuova maglia della Salernitana o con Mannini che – prima dispiaciuto, ora certamente gioioso – può godersela a crepapelle quantomeno per un campionato iniziato alla grande, anzi alla grandissima.

Donadoni ha abbandonato la Filmauro scuro in volto e senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Da aggiungere c’è poco. Si attenderà il pomeriggio o la serata per ufficializzare l’arrivo del nuovo ct e di tutto il nuovo staff.  E il nuovo ct – e stavolta ci sbilanciamo come non l’abbiamo mai fatto con Donadoni che non abbiamo mai gradito in nessuna veste (Livorno, nazionale, Napoli) – ci piace e ci piace parecchio. L’ex Reggina e Sampdoria, toscano purosangue e sanguigno fin nel midollo, ci pare tra i tanti nomi proposti, il più adatto a risvegliare dal torpore quei fannulloni dei nostri giocatori (salvando giusto qualche testa) e il più consono ad un ambiente che è più sanguigno di lui, se possibile. Aspettiamo solo l’ufficializzazione per dare il nostro benvenuto a Walter Mazzarri, certi che DIFFICILMENTE andrà peggio ci come è andata con Mister X. A ore saranno ufficializzati anche altri componenti dello staff con Montali (e qui siamo meno convinti) e Bigon e con De Laurentiis che ormai – e non ha remore a dichiararlo – si muove sulla strada del rinnovo; un rinnovo che potrebbe vedere anche un repulisti in ufficio stampa e comunicazioni, dove Baldarri, il responsabile per la concessione degli accrediti a giornalisti e fotografi, crea ogni fine settimana altre problematiche al calcio Napoli o alle squadre ospitanti, intervenendo anche nella cessione “arbitraria” degli accrediti quando il Napoli è ospitato fuori casa. Insomma la confusione sembra regnar sovrana in ogni dove e davvero c’è bisogno di ricominciare da zero per lavorare tutti più serenamente: società, staff, giocatori e stampa. Solo così potremo riavere il pubblico di un tempo, meno fischi e più applausi e soprattutto il Napoli che -almeno per il momento - non c'è.

Facendo un salto indietro alla domenica appena trascorsa qualche "nota di colore": la Juve viene messa sotto dal Palermo con Ferrara imbarazzato ma dignitoso come pochi nel post partita, l’Inter vince all’ultimo minuto, la Samp recrimina e a buon diritto. Gli arbitri vanno come al solito sulla graticola, con la sensazione che in Italia non potrà mai accadere quanto accade in NBA con l’installazione della moviola in campo. Altro? Nessun minuto di silenzio – se non negli stadi siculi – per le vittime di Messina. E questo ci fa riflettere. Cosa ci facciamo con un minuto di silenzio? Probabilmente nulla. Ma se il minuto di silenzio viene rispettato per altre vittime (come i militari in Afghanistan), non troviamo giusto che non venga speso anche per chi è rimasto sotto il fango, al di là delle sue scelte di vita. Senza voler suscitare polemiche, speriamo che a Messina sentano il nostro cordoglio. Per il resto ci prepariamo a cospargerci il capo di cenere, torniamo al pallone e ad un campionato che fino ad adesso non è deludente.... è triste, triste, triste. E meno male che arriva la pausa.

di Renata Scielzo