Squadra imprevedibile il Milan di questa stagione… Capace di alternare, nel giro di pochi giorni, prestazioni sontuose a clamorose debacle. Nelle ultime settimane i rossoneri sembrano però aver acquisito una maggiore consapevolezza nei propri mezzi, retaggio soprattutto dell’impresa di Champions contro il Real Madrid. Questo non vuol dire però che il team di Leonardo sia tornata l’implacabile formazione di qualche tempo fa. L’allenatore brasiliano ha da qualche gara stabilizzato il suo modulo di gioco in un 4-3-3 che in talune circostanze può risultare vincente, contro squadre che lasciano molti spazi, ma che d’altra parte può rivelarsi vano contro compagini ben chiuse difensivamente. Per chiarire meglio queste dinamiche passiamo ad analizzare nel dettaglio il gioco offensivo milanista.

Il tridente offensivo che Leonardo dovrebbe mandare in campo a Napoli sarà composto, da destra verso sinistra, da Pato, Borriello e Ronaldinho. I due brasiliani non sono due esterni d’attacco che amano puntare l’uomo per andare sul fondo e mettere cross per la prima punta, e raramente si accentrano per andare alla conclusione (cosa che sarebbe nelle corde di Pato se giocasse sul lato opposto). Le giocate offensive dei rossoneri si basano dunque su altri tipi di movimenti, ovvero, sui tagli di Pato alle spalle della difesa avversaria e sui lanci di Ronaldinho o Pirlo per favorire i movimenti del numero sette brasiliano. Un’altra arma che in teoria dovrebbe essere sfruttata nelle idee di Leonardo sono le sovrapposizioni degli esterni di difesa, tuttavia queste raramente si concretizzano. Da un lato il redivivo Oddo spesso non riesce ad arrivare sul fondo ma è costretto a crossare dalla trequarti di campo. Dall’altro lato Zambrotta sembra aver un po’ smarrito la brillantezza di un tempo e le sue sovrapposizioni non sono più puntuali e continue come ci si attenderebbe da lui. Forse anche per questo nell’ultima gara Leonardo ha voluto provare, con buoni risultati, Antonini sul lato sinistro, una soluzione che non è escluso possa essere riproposta a Napoli. La mancanza di cross dal fondo è un po’ la ragione per cui un elemento con le caratteristiche di Huntelaar stia faticando non poco in questa sua prima esperienza in Italia. Per questo motivo ad un giocatore d’aria di rigore come l’olandese, viene preferito una punta come Borriello che non solo sa farsi rispettare in area, ma è altrettanto bravo nel proporsi nel gioco di sponda per i compagni ed è capace di sacrificarsi in mezzo al campo molto di più rispetto ai suoi antagonisti nel ruolo, anche più dello stesso Inzaghi che comunque rimane un asso nella manica prezioso per Leonardo.

Un’arma fondamentale per le sorti offensive del Milan è poi rappresentata dalle imprevedibili giocate di Seedorf. Schierato sul settore di centro-sinistra del centrocampo, l’olandese è il catalizzatore della maggior parte delle azioni d’attacco della sua squadra. Talvolta ha il demerito di rallentare le azioni dei suoi, ma con la sua enorme tecnica e fantasia è anche l’elemento che può sbloccare improvvisamente una gara con un semplice tocco.

Proprio per queste varie caratteristiche il Milan va in difficoltà contro difese che lasciano pochi spazi alla velocità di Pato, che rendono difficili lanci e cambi di fronte e che, allo stesso tempo, sanno aggredire i portatori di palla. Tanta qualità in mezzo al campo da parte dei rossoneri implica di fatto una carenza strutturale dal punto di vista fisico non irrilevante. Nel mezzo del campo, infatti, il Milan presenta il solo Ambrosini come uomo adatto anche alla fase difensiva. Se aggrediti, giocatori come Seedorf e, soprattutto, Pirlo vengono costretti ad accelerare il tempo della giocata, cosa che ne riduce la pericolosità. Una squadra che poi sappia rapidamente ripartire in contropiede risulterebbe mortifera al cospetto di centrocampisti dal passo altamente compassato. A quel punto le sorti del Milan sarebbero affidate esclusivamente alla bravura della coppia centrale, quest’anno veramente di alto livello dopo qualche stagione in cui la retroguardia era stata uno dei loro punti deboli. Il recupero di Nesta ha infatti restituito a Leonardo uno dei migliori (probabilmente il migliore) difensori del mondo. Avendo risolto i problemi alla schiena l’ex capitano della Lazio è tornato ai livelli di un tempo, che gli permettono di guidare il reparto centrale di una difesa che da quest’anno può avvalersi dell’apporto di un altro elemento molto importante, Thiago Silva. Il brasiliano, nonostante qualche incertezza nelle ultime gare, ha dimostrato di essere un difensore completo in possesso di ottime potenzialità, fisiche e tecniche.

Un ulteriore punto debole dei rossoneri potrebbe d’altra parte essere rappresentato da Dida. Il portiere si è dimostrato capace di eccellenti interventi nelle ultime partite (si veda la parata nel finale di gara contro il Chievo), ma anche di clamorose papere. Anche il suo imprevedibile apporto potrebbe determinare l’esito dello scontro tra Napoli e Milan, due formazioni in cerca di definitive conferme.

di Eduardo Letizia