Prima le accuse, poi la marcia indietro. Il Napoli ha rischiato di rovinarsi ancora di più le vacanze pasquali, dopo il deludente pareggio contro l'Atalanta al San Paolo. Le parole di Aurelio De Laurentiis, alla fine della gara, avevano fatto vacillare la poltrona del direttore generale Pierpaolo Marino. "Ci sono stati troppi errori. Ci ho rimesso due anni di tempo, soldi e credibilità. D'ora in poi si fa come dico io", aveva alzato la voce il presidente, recriminando sulle scelte di mercato, la partecipazione in estate all'Intertoto e il tardivo esonero di Edy Reja. "Volevo azzerare tutto nel giorno del nostro ritorno in A: invece ho ascoltato i consigli di persone più esperta di me...".
Chiaro, oltre che ironico, il riferimento a Marino. Ma De Laurentiis, per evitare una rottura quasi insanabile, ha corretto il tiro poco dopo, a mente più fredda. "Ribadisco che la prossima campagna acquisti sarà un lavoro di equipe che vedrà impegnati in prima persona il sottoscritto, Pierpaolo Marino e l'allenatore Roberto Donadoni, tre figure professionali che caratterizzano la base del nuovo progetto Napoli e da cui non sarebbe possibile prescindere", ha fatto subito dietro front il presidente con un breve comunicato, sul sito ufficiale del club azzurro. La polemica, insomma, è stata spenta sul nascere. E' chiaro, però, che la lunga striscia di risultati negativi (13 partite senza vittoria, compresa quella di sabato contro l'Atalanta), ha lasciato un segno ai vertici della società.
I malumori per una stagione fallimentare restano, nonostante la smentita ufficiale. Possibili nuovi colpi di scena nei prossimi giorni: quelli della resa dei conti. I fischi del San Paolo, dopo il deludente pareggio con l'Atalanta, hanno già messo fine alla luna di miele di Donadoni: mister ics, 4 pareggi in altrettante partite. Non era il nuovo tecnico, però, l'obiettivo della contestazione. I tifosi ce l'hanno soprattutto con la società, i cui errori hanno fatto svanire l'obiettivo Europa. Ma De Laurentiis, che ha comunque investito circa 40 milioni nell'ultima campagna acquisti, non ha intenzione di salire sul banco degli imputati. Si spiegano così le ultime mosse del presidente del Napoli. Prima la sua decisione di seguire dalla panchina tutte le gare, "per capire bene quello che succede". Poi le accuse a Marino, solo ridimensionate dalla successiva rettifica. Ma il direttore generale non ha più i pieni poteri di prima e rischia di doversi accontentare di un ruolo di secondo piano, ammesso che resti. Per adesso è una tregua armata. Tira aria di resa dei conti.

Fonte: repubblica.it

di VL