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• AMARCORD: JUVENTUS-NAPOLI, L'EPILOGO DEL TRITTICO DI FUOCO •

29/10/2009 11:14:09
Il Milan, una squadra che, come quelle di serie D, ha iniziato sin dal primo quarto d'ora, dopo i due gol trovati senza neanche aspettarselo nei primi cinque minuti, a perdere tempo, inanellando una buona ventina di minuti, nell'arco di tutto l'incontro, di gioco fermo, tra “ruculamienti” vari da attori di Holliwood e rimesse e calci da fermo battuti con una flemma antisportiva e mortificante per degli atleti. L'arbitro, da buon maggiordomo, ha assecondato la tattica da conigli senza cacciare un solo cartellino giallo che li invogliasse a dare un accelerata alle operazioni, ha concesso cumulativamente soli 6 minuti di recupero (vergognoso soprattutto l'unico giro di orologio dato nel primo tempo), ha negato tre massime punizioni agli azzurri, più una quarta, nella prima frazione dove un'abbraccio circolare in aria rossonera ha cintuarato contemporaneamente tre partenopei, ha espulso (giustamente) sul finire di match un meschino Abate, probabilmente solo perchè ormai era convinto che il risultato fosse definito, ed ha utilizzato quel rosso per espiare, di facciata, tutti gli errori di un incontro nel quale sembrava non essere una casacca nera, semmai rossonera. Se poi ci si mette anche Dida a sembrare un centimane, riuscendo a prendere l'imparabile, ecco che una partita che il Napoli avrebbe dovuto tranquillamente vincere per distacco, nonostante l'handicap iniziale, è poi terminata col risultato di parità. Al termine della gara i milanisti in coro hanno affermato che avrebbero meritato la vittoria, forse una battuta di spirito, o magari un lavoro psicologico di autoconvincimento per rinvigorire le proprie debolezze di vecchietti da prepensionamento. Si perchè ieri in campo, eccezion fatta per Pato e Thiago Silva, erano tutti over trenta, alcuni anche abbondantemente over...ah no, Ronaldinho ne ha 29, e come un “29” pascolava in mezzo al campo col sorriso ebete mentre Grava con l'impeto di un Unno ne cancellava ogni traccia. Ma come diceva Dante “non ragionar di lor, ma guarda e passa”, e allora “ch' ce n' 'mmport' 'e nu' 'Pirlo' ”, pensiamo alle nostre bestie feroci che ancora una volta hanno lottato fino all'ultimo raggiungendo il risultato proprio alla fine. Pensiamo ad un mister d'elite che non si è dato mai per vinto, che ha incitato fino alla fine, correndo nel suo rettangolino forse più lui che i diavoli in calzamaglia, che è stato capace in poche settimane di motivare tutti tanto che dalla panchina sono giunti i due gol che hanno permesso al Milan di rubare un solo punto e non tre. Immensa la realizzazione del “professore” che con un gesto da lasciare a bocca aperta ha cacciato di tasca una lavagna per insegnare le leggi della fisica, straordinario l'apporto di un Tanque in grande forma che con un assist ed un gol ha regalato 4 punti nelle ultime due partite agli azzurri. Ma non c'è tempo, questa settimana non c'è un attimo solo per soffermarsi sulle cose già accadute, perchè già dopodomani ad attendere la banda del livornese c'è un altro incontro da brividi, a Torino contro una Juve che, dopo le 5 sberle rifilate alla Samp, è salita al secondo posto ad una sola lunghezza dall'Inter, in attesa del posticipo di stasera. Forse il momento peggiore per incontrare i bianconeri che, dopo un periodo di appannamento sono tornati temibili, forse il momento migliore perchè una vittoria così esaltante contro una formazione lodata a destra e a manca potrebbe causare un'euforia eccessiva che potrebbe far scendere in campo i bianconeri un po' deconcentrati o un po' supponenti. Al Comunale di Torino, sponda zebrata, il Napoli ha giocato 67 volte ottenendo sole 6 vittorie, 19 pareggi e ben 42 sconfitte con una Juve che in quanto a gol ha ampiamente doppiato gli azzurri realizzando 127 reti e subendone 50. Ma fu questo il palcoscenico dove, 23 anni fa, il Napoli del sergente di ferro Ottavio Bianchi, preambolo della Ma.Gi.Ca., 29 anni dopo l'ultimo successo in casa bianconera, ottenne un trionfo che mostrò al mondo del calcio italiano una realtà che di li a qualche messe avrebbe realizzato il sogno di tifosi e società, cucendo sulle maglie il primo tricolore della propria storia. Il Napoli di Maradona contro la Juve campione d'Italia di Platini, la sfida tra i maghi del pallone, il passaggio virtuale di testimone tra l'eleganza del transalpino e la classe irripetibile dell'argentino. Primo tempo scevro di grandi emozioni e incontro bloccato sullo zero a zero, ma nella ripresa scende in campo l'apocalisse, tutti e quattro i cavalieri, che si dispongono in modo impari, uno nella rete del ciuccio e tre a sfondare una zebretta azzoppata. Passa in vantaggio la Juve con gol di Michael Laudrup, ma è un fuoco di paglia che anzi incattivisce il Napoli, determinato, pronto a divorare gli avversari. Un ottimo Tacconi ritarda l'appuntamento azzurro col gol, ma niente può di fronte al tap-in vincente di Ferrario (nella foto) in mischia. È 1-1. Il Napoli insiste, affamato di successo, ed una prodezza balistica di Bruno Giordano porta in vantaggio gli azzurri che chiudono la pratica con Volpecina, appena entrato, che nei minuti finali, in contropiede, sigla il definitivo 1-3. Il Napoli spiccava il volo tuffandosi nel tricolore, e proprio quell'incontro a fine campionato potè sembrare decisivo, perchè i partenopei trionfarono con 3 punti di distacco sui bianconeri. Negli ultimi due anni, dal ritorno in A, un Napoli sfortunato ha perso entrambe le volte col medesimo risultato, 1-0. Clamoroso quello dell'anno scorso, quando al 44' del primo tempo un tiro deviato di Marchisio bucò la rete di un Napoli che non avrebbe meritato assolutamente la sconfitta, ma che ormai in un girone di ritorno da incubo, tra cali di forma, errori arbitrali, ed anche mancanza di fortuna, non aveva proprio più idea di cosa volesse dire il successo. 7 punti in 3 partite, potevano essere 9, ma non importa, si guarda avanti, finalmente, con ottimismo. La Torino bianconera è sempre stata micidiale per il Napoli ma non si possono porre ostacoli al cuore dimostrato da questi ragazzi. La Juve avrà, la settimana successiva, anche un incontro di Champions da disputare, e dovrà dunque stare attenta a centellinare le energie, gli azzurri viceversa possono dare l'anima fino a sentire i muscoli intorpiditi perchè, terminato ottobre, avranno una settimana prima dell'incontro successivo, perchè possono essere fieri di ciò che sono stati capaci di fare nelle ultime uscite, perchè meritano applausi, solo applausi per tutto ciò che sono stati capaci di esprimere in questo secondo inizio sotto le direttive di un maestro d'orchestra che ha donato nuovamente armonia ad una melodia che prima del suo arrivo era al limite dello stonato.
di Emanuele Gargiulo
articolo

NEWS NAPOLI
basta piangere!!
Di Basta pianti - scritto il 29/10/2009 12:20:41
Era 23 anni fa e non 13, e la Ma. Gi. Ca non c'era ancora perchè Careca è arrivato dopo il primo scudetto. . e poi basta piangere per gli arbitraggi, l'arbitro ha arbitrato bene, è partito purtroppo malissimo il napoli, che ha bisogno anche di un difensore centrale rapido e forte, se no su quei tagli prenderemo sempre gol. cmq una prova di carattere e orgoglio incredibili, e la dote di una squadra è la personalità, non il pianto ininterrotto sui torti arbitrali. . soprattutto quando non sembrano così evidenti