Caso mai non fosse ancora chiaro, Aurelio De Laurentiis, sgombra il campo dagli equivoci di mercato. Dà un calcio alle voci che si sono accavallate negli ultimi giorni su possibili operazioni già in itinere e difende invece gli investimenti fatti l’estate scorsa.

Presidente, sta trattando Pazzini e Palombo?
«Non mi è mai passato per la mente. Ho speso 57 milioni, sarebbe una follia pensare di ripetermi. Soprattutto è assurdo credere che la squadra si possa smontare ogni anno. Sono discorsi da bar».

Anche se alcuni giocatori non stando rendendo al massimo?
«Ho comprato Quagliarella per tenermelo a vita. Con Cigarini ho fatto un investimento preciso per il centrocampo. Ho anche (oggi, ndr) rinnovato il contratto a Gargano. Poi c’è Pazienza che sta facendo bene, oltre al fatto che il Napoli è ancora proprietario del cartellino di Blasi. Succede che i giocatori non riescano ad esprimersi al meglio il primo anno. Ne ero già consapevole, ed è ovvio che in futuro mi aspetto un’inversione di tendenza».

Denis non è al primo anno, sarà il centravanti del Napoli del futuro?
«Quest’estate fui molto chiaro con il giocatore. Gli chiesi impegno massimo e lui ha risposto bene, direi. Vorrei tenerlo perchè è una prima punta e quando la squadra gira bene, lui è sempre puntuale sotto rete».

Il secondo quinquennio è appena cominciato, ci saranno comunque altre operazioni di mercato?
«E’ prematuro parlarne adesso. Prima di decidere chi comprare aspetterò il 16 maggio, la fine del campionato. Mi siederò con Mazzarri e insieme decideremo come avviare il progetto del prossimo anno».

Insomma, la prima verifica a fine stagione?
«Certo. Gli investimenti fatti devono dare i risultati sperati. Se ci dovessimo rendere conto che qualcuno non ha funzionato, ci adopereremo affinchè renda meglio in futuro».

I numeri ultimi del Napoli indicano una flessione. Ha perso punti e posizioni in classifica. Preoccupato?
«Non sono affatto preoccupato. Bisogna sempre mantenere l’equilibrio. Non è che se vinciamo siamo da Champions, se perdiamo siamo in crisi. All’inizio dell’anno dissi che sarebbe cominciato un nuovo progetto da portare a termine nell’arco di cinque anni. Verrà pure il momento della Champions, per ora però aiutiamo a crescere i nostri giocatori».

Passo dopo passo, dunque?
«Esattamente. Andiamo avanti per costruire qualcosa di importante, bruciare le tappe sarebbe controproducente».

Ma l’Europa League è un obiettivo ancora alla portata del Napoli.
«Torno all’equilibrio. Non ho mai promesso nulla a questa città, mai parlato di Champions soprattutto. Quando abbiamo cominciato dissi che l’obiettivo poteva essere l’Europa League, poi abbiamo cambiato allenatore e in quella circostanza dissi anche che avremmo potuto mancare quell’obiettivo. L’importante sarebbe stato ritrovarci e mettere buone basi per il futuro. Ho fiducia nei miei giocatori e credo che se con Mazzarri abbiamo fatto uno straordinario recupero, sia anche grazie alla qualità dell’organico che abbiamo a disposizione».

I tifosi si sono fatti prendere troppo dall’entusiasmo cominciando a sognare in grande?
«I tifosi devono stare sereni ed essere vicini alla propria squadra. Così contribuiscono a fortificarla. La seconda parte del progetto Napoli è appena cominciata e quando ci sarà da essere competitivi lo faremo».

Fonte: Corriere Mezzogiorno

di E.L.