I tre punti sofferti di oggi consentono al Napoli di agguantare il quinto posto in compagnia di Juventus e Sampdoria e di continuare a sperare in un quarto posto che comunque rimane un obiettivo difficilissimo da conseguire, ma non per questo impossibile. Certo, sarà necessario mantenere un rendimento costante per i prossimi sette turni e sperare in un calo contemporaneo di Juventus, Sampdoria e, soprattutto, Palermo, ma nel calcio, è risaputo, nulla è impossibile. Lo dimostrano le vicende al vertice della classifica.

Anche oggi, come accaduto giovedì scorso, la partita degli azzurri ha vissuto due fasi completamente diverse tra primo e secondo tempo.

Nella prima frazione di gioco il Napoli ha trovato enormi difficoltà a scardinare l’organizzatissima difesa del Catania, dove i centrali rossoazzurri, Spolli e Silvestre regnavano incontrastati nella propria area e sulle corsie laterali, dove facevano ottima guardia Bellusci e Augustyn, gli azzurri arrivavano sempre con manovre lente e prevedibili. Sulla destra, in particolar modo, Maggio appariva oltremodo incerto sul da farsi quando entrava in possesso di palla e non riusciva mai a servire correttamente i compagni o a superare gli avversari.

Pur controllando costantemente il gioco e facendo molto possesso palla, i giocatori di Mazzarri non arrivavano mai a concludere con pericolosità verso la rete avversaria, ed i capovolgimenti di fronte catanesi non trovavano un epilogo fortunato solo per la bravura del terzetto difensivo napoletano, composto da tre sontuosi Grava, Cannavaro e Campagnaro.

Nella ripresa il Napoli è riuscito a trovare spirito, intensità e, soprattutto, il gol. La rete di Cannavaro ha infatti costretto il Catania a concedere maggiori spazi agli azzurri, che iniziavano così a costruire un buon numero di palle gol, non concretizzate un po’ per mancanza di freddezza degli attaccanti partenopei, un po’ per la bravura (e la fortuna) di Andujar.

La mossa che nella ripresa ha favorito notevolmente gli attacchi azzurri è stata senza dubbio lo spostamento di Campagnaro sulla corsia sinistra al posto di un evidentemente affaticato Zuniga, con l’inserimento di Rinaudo nel ruolo di terzo centrale di difesa. Quella che apparentemente poteva sembrare una mossa difensiva è diventata la fonte maggiore di pericoli per la difesa catanese nella ripresa. Le continue discese del “Toro” Campagnaro sull’out mancino hanno infatti creato ottime prerogative per il raddoppio azzurro, mentre sul lato destro le iniziative latitavano, a causa di un Maggio ancora appannato che si occupava prevalentemente della fase difensiva, non senza qualche rischio, come quello capitato in occasione del fallo di mano in area che avrebbe potuto provocare un rigore per la compagine di Mihajlovic.

Il finale di gara odierno dovrebbe impensierire Mazzarri per i tanti contropiedi falliti dai suoi. In giocatori come Quagliarella, comunque abbastanza mobile ed in partita oggi, e soprattutto Lavezzi è sembrata mancare un po’ di cattiveria al momento del dunque. Del Pocho in particolare conosciamo l’abilità nel dribbling, nel puntare l’avversario e nel bruciarlo in velocità, oggi invece l’argentino ha spesso rinunciato all’uno contro uno in situazioni favorevolissime, preferendo altri tipi di giocate meno letali. Probabilmente sarà stata solo la stanchezza di fine gara a compromettere le ripartenze azzurre, ma è importante che in futuro i ragazzi di Mazzarri imparino a chiudere le gare prima del fischio finale, quando possibile, per non pregiudicare buone prestazioni, come successo in altre circostanze.

di E.L.