

C'è chi sorride, come l'olimpionico Rosolino, chi è disorientato come Gino Rivieccio, chi spera nel ritrovato feeling come Faustinho Canè. La telenovela Lavezzi fa discutere, anche se c'è chi non la mette proprio al vertice dei propri pensieri. «Il contratto di Lavezzi? Ho altri problemi per la testa, tra due mesi ho i Mondiali e mi sto allenando come un pazzo». Parola di Massimiliano Rosolino che tra una bracciata e l'altra non fa mancare il suo consiglio al pocho: «Se vuole restare, Napoli è la città giusta perché saprà ricoprirlo di affetto, ma deve anche ricordare che a Napoli è diventato calciatore ed è questa squadra che l'ha imposto all'attenzione del calcio internazionale». Sul contratto ridiscusso dopo meno di un anno dice: «I capricci non li condivido, ma posso comprenderli perché i calciatori sono come le azioni in borsa, le loro quotazioni vanno su e giù».
La storia del Pocho non convince Gino Rivieccio. «Sono rimasto disorientato dalla sua fuga - commenta l'attore - domenica dopo la partita aveva detto che sarebbe rimasto a Napoli. Evidentemente la notte ha portato sì consiglio, ma di andare in Argentina». Per Rivieccio gran parte della responsabilità è da attribuire al procuratore Alejandro Mazzoni: «È una manovra per alzare il prezzo, come la lettera scritta ai tifosi, perché vedo un ragazzo molto combattuto. È giocatore di talento, vuole fare carriera, ha avuto proposte molto allettanti da squadre estere. Capisco che ci pensi seriamente, ma non deve nemmeno dimenticare che è stato il Napoli a lanciarlo. Certo, se fossi nella società, non tratterrei un giocatore controvoglia». Infine, complimenti per l'arrivo di Quagliarella. «Ma non basta. C'è bisogno di programmi e progetti». Giuseppe Montesano, lettore, traduttore e scrittore napoletano ci va giù duro: «A dir la verità mi sembra tanto una delle tante storie alle quali i calciatori ci hanno abituato. Lavezzi ha fatto due campionati. Lui è un entusiasta, ed evidentemente nella seconda parte della stagione gli hanno fatto venir meno la gioia. Se le cose stanno come dice lui, è colpa del Napoli che dovrebbe stimolare i giovani ed invece non lo fa abbastanza. Del resto non sarebbe neanche il primo errore della società in questa stagione».
Chi spera nel lieto fine è Jarbas Faustinho Canè, attaccante e bandiera del Napoli negli anni sessanta. «Hanno torto entrambi - dice - perché da quanto leggo, il procuratore avrebbe chiesto un incontro che la società avrebbe sempre rimandato. La partenza di Lavezzi, invece, sembra una fuga». Uno strappo che si può ricucire? «Si deve, perché Lavezzi ha bisogno del Napoli e il Napoli di Lavezzi».
Fonte: Il Mattino
di PianetAzzurro.it

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Di Jo - scritto il 04/06/2009 12:27:22
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