

«Guardi Direttore, da bambino già simpatizzavo per il Napoli». Jesùs Dàtolo (nella foto) ha mostrato a Marino una foto di quando aveva poco più di dieci anni ed indossava già una maglietta azzurra del club dove aveva giocato l’idolo di tutti i bambini argentini, Diego Armando Maradona. Gli era stata regalata da uno dei suoi fratelli prima ancora che entrasse nel vivaio del Banfield, la squadra della sua città, popoloso centro a sud di Buenos Aires. «Si vede che era scritto nel destino che avresti giocato nel Napoli. Come stai ora? Come va con la lingua? Sei pronto per dimostrare quanto vali?», ha replicato il direttore generale del Napoli tra un antipasto di mare e uno spaghetto con le vongole.
OGGETTO MISTERIOSO - Dàtolo, unico acquisto del mercato di gennaio, era stato invitato a cena dal direttore generale, un modo per farlo aprire un po’, capire perché stentava ad ambientarsi, quali problemi avesse. Con Reja aveva collezionato solo due presenze, una con il Bologna (90'), un’altra in casa della Juve, subentrando a Montervino (altri 45'). Qualcosa s’era intravisto (19 cross e 62 passaggi utili su 73) ma un infortunio l’aveva escluso dai convocati con la Lazio e successivamente anche dai primi allenamenti con Donadoni. Dàtolo, nel frattempo, s’era incupito. Faticava a dialogare con i compagni. Soffriva per i risultati negativi della squadra. Non riusciva ad ambientarsi come avrebbe voluto. Troppe aspettative intorno a lui. Troppe critiche sul ruolo che avrebbe dovuto occupare. Così è intervenuto Marino per aiutarlo a superare il momento difficile: in una settimana gli è stato reperito un appartamento a Posillipo, panoramico ed ampio per ospitare eventualmente i familiari; messo a disposizione un insegnante di italiano; fornita tutta l’assistenza necessaria per guarire dalla contusione alla caviglia sinistra.
VOGLIA DI RISCATTO - Il resto l’ha fatto, e continua a farlo , Roberto Donadoni. Ha voluto parlare a quattr’occhi con l’ex stella del Boca; chiedergli dove avrebbe preferito giocare; invitarlo ad applicarsi durante gli allenamenti perché sarebbe arrivato anche il suo momento. Donadoni chiama tutti per nome, soprattutto Dàtolo. « Jesùs, proviamo quest’altro movimento», «Jesùs, evitiamo troppi dribbling », «Jesùs, attento al pressing». Ed oggi, il mancino ancora rimpianto alla Bombonera, si propone al rientro:« Mi sento bene, ho voglia di giocare, desidero dimostrare che il Napoli non si è sbagliato a puntare su di me ». Dàtolo sta meglio anche moralmente: importante l’arrivo dell’amico d’infanzia Fabio che ha dato il cambio a José Sampieri, suo primo procuratore.
Fonte: Corr Sport
di VL

SOLA
Di marazola - scritto il 26/03/2009 15:25:21
Sto giocatore mi ricorda un grande del passato del napoli: SOLA....