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• SI ASPETTA DI VEDERE IL VERO DATOLO •

26/03/2009 12:47:06

«Guardi Direttore, da bambino già simpatizzavo per il Napoli». Jesùs Dàtolo (nella foto) ha mostrato a Marino una fo­to di quando aveva poco più di dieci anni ed indossava già una maglietta azzurra del club dove aveva giocato l’ido­lo di tutti i bambini argentini, Diego Armando Maradona. Gli era stata regalata da uno dei suoi fratelli prima ancora che entrasse nel vivaio del Banfield, la squadra della sua città, popoloso centro a sud di Buenos Aires. «Si vede che era scritto nel destino che avresti giocato nel Napo­li. Come stai ora? Come va con la lingua? Sei pronto per dimostrare quanto vali?», ha replicato il direttore genera­le del Napoli tra un antipasto di mare e uno spaghetto con le vongole.
OGGETTO MISTERIOSO - Dàtolo, unico ac­quisto del mercato di genna­io, era stato invitato a cena dal direttore generale, un modo per farlo aprire un po’, capire perché stentava ad ambientarsi, quali problemi avesse. Con Reja aveva colle­zionato solo due presenze, una con il Bologna (90'), un’altra in casa della Juve, subentrando a Montervino (altri 45'). Qualcosa s’era in­travisto (19 cross e 62 pas­saggi utili su 73) ma un infor­tunio l’aveva escluso dai con­vocati con la Lazio e succes­sivamente anche dai primi allenamenti con Donadoni. Dàtolo, nel frattempo, s’era incupito. Faticava a dialoga­re con i compagni. Soffriva per i risultati negativi della squadra. Non riusciva ad ambientarsi come avrebbe voluto. Troppe aspettative intorno a lui. Troppe critiche sul ruolo che avrebbe dovuto occupare. Così è intervenuto Marino per aiutarlo a supe­rare il momento difficile: in una settimana gli è stato re­perito un appartamento a Po­sillipo, panoramico ed ampio per ospitare eventualmente i familiari; messo a disposizio­ne un insegnante di italiano; fornita tutta l’assistenza ne­cessaria per guarire dalla contusione alla caviglia sini­stra.
VOGLIA DI RISCATTO - Il resto l’ha fatto, e con­tinua a farlo , Roberto Dona­doni. Ha voluto parlare a quattr’occhi con l’ex stella del Boca; chiedergli dove avrebbe preferito giocare; invitarlo ad applicarsi duran­te gli allenamenti perché sa­rebbe arrivato anche il suo momento. Donadoni chiama tutti per nome, soprattutto Dàtolo. « Jesùs, proviamo quest’altro movimento», «Je­sùs, evitiamo troppi drib­bling », «Jesùs, attento al pressing». Ed oggi, il manci­no ancora rimpianto alla Bombonera, si propone al rientro:« Mi sento bene, ho voglia di giocare, desidero di­mostrare che il Napoli non si è sbagliato a puntare su di me ». Dàtolo sta meglio anche moralmente: importante l’ar­rivo dell’amico d’infanzia Fa­bio che ha dato il cambio a José Sampieri, suo primo procuratore.


Fonte: Corr Sport

di VL

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SOLA
Di marazola - scritto il 26/03/2009 15:25:21

Sto giocatore mi ricorda un grande del passato del napoli: SOLA....


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