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• CIGARINI: PENSO AD UN GRANDE NAPOLI •

01/07/2009 16:58:00

Un po’ di sole, un po’ di mare, un po’ di relax e poi tanta Napoli, tanto Napoli, un vulcano che borbotta e che erutta emozioni in quantità: «E pensare che c’è stato qualcuno che ha sospettato volessi rifiutare. La mia risposta eccola qua».

La firma sul quinquennale, spruz­zatine d’ottimismo e la voglia matta di riprendersi quella serenità perdu­ta in Svezia, per colpa d’una Germa­nia ammazzasogni: «Siamo stati qua­si perfetti, ma c’è venuto meno il so­stegno della fortuna nella partita chiave. Abbiamo sciupato tanto, ab­biamo subito gol sull’unico tiro in porta. Lasciamo alle spalle quella semifinale e andiamo oltre».

L’Europa è l’orizzonte in cui tuffar­si a occhi spalancati, riconoscendo in Napoli il volano delle proprie aspira­zioni: cinque anni a cominciar da og­gi, cinque anni per crescere, per con­fermare che il professore, per dirla alla Prandelli, sa insegnare calcio, per ritagliarsi un posto sul palcosce­nico.

«Arrivo in una società che ha una storia e porto con me le mie am­bizioni. E’ in Europa che voglio anda­re e non chiedetemi in quale compe­tizione: il primo passo è quello».

Poi, il Pirlo della bassa, il Fabre­gas de noantri, s’impegnerà per sé, destinazione immaginabile, intuibile tra le pause della confessione a Kiss Kiss: «Ho ventitré anni, voglio cre­scere. Sono forte dell’esperienza di Parma e di quella di Bergamo, ho macinato chilometri e messo assie­me minutaggio. Ho giocato in un cen­trocampo a tre e anche a quattro; mi sono sistemato davanti alla difesa, nel ruolo classico di play maker, op­pure avuto al fianco un altro media­no. Sono pronto a tutto».

Il Napoli con Cigarini è un labora­torio a cielo aperto per prenotare il futuro, un concentrato di beata gio­ventù miscelata per esplodere in tempi brevi, per caratterizzarsi, per riallacciarsi il morale, rimuovere gli ultimi cinque mesi colmi d’amarezza per qualsiasi tipo d’azzurro: «La de­lusione con l’Under 21 ha lasciato il segno semplicemente perché aveva­mo dato ampia dimostrazione della nostra forza: secondo me eravamo i più forti, ma non abbiamo potuto confermarlo sino in fondo. Ora che sono qui, voglio l’Europa». Via le ca­tene, via le frontiere.


Fonte: Corriere dello Sport

di A.A.

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CIGA OLè
Di MARCUS - scritto il 02/07/2009 15:07:03

FORZA LUKAAAAAA ....


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