Un bambino con la pelle olivastra come un magrebino che indossa un completino da calciatore azzurro e bianco senza sponsor prende il microfono e dice: «Ciro, ma se sei napoletano, perché fai l’allenatore della Juventus?». Ciro (Ferrara) sorride con quell’aplomb inglese che la natura gli ha regalato e risponde: «Perché è l’unica società che me l’ha chiesto». Comincia così la visita di Ciro Ferrara nell’aula magna della scuola elementare di Scampia, Eugenio Montale, la tappa d’approdo del progetto messo a punto dal settore scolastico della Federcalcio e dal ministero dell’Istruzione, «I Valori scendono in campo»: un disegno geniale nella sua semplicità, un modo per diffondere l’etica dello sport legandola all’istruzione. Alla storia, all’italiano, alla geografia. Il nuovo allenatore della Juve, che insieme a Fabio Cannavaro è una delle nuove anime della Scampia che vuole rinascere dalle ceneri – oltre ai consolidati Maddaloni e Porzio -, si fa prima travolgere dall’entusiasmo degli studenti, poi da quello degli aspiranti giocatori della Scuola Calcio Arci Scampia, sostenuta proprio dalla fondazione condivisa con il suo difensore, nonché ex compagno. «Non abbandonerò mai Napoli, ma sono grato alla Juventus per la grande chance che mi sta offrendo». Napoli, sì, ma anche il Napoli. Ferrara parla della Juve, del sociale e anche degli azzurri di De Laurentiis (ieri intravisto all’aeroporto di Catania e salito a bordo del volo Air Italy 19-0109 delle 18.55: a quanto pare il presidente azzurro è stato a Taormina per impegni extra calcistici). «Il mercato bianconero? Faremo almeno un altro paio di operazioni, per una Juve ad alti livelli come impone la sua storia». A seguire, un flash sul monito di Platini, sulla proposta del presidente Uefa di un tetto per gli acquisti dei giocatori dopo il megashopping del Real: «Cifre impressionanti, ma evidentemente possono spenderele. Mi auguro che sui bilanci vi sia correttezza da parte di tutti». Grande calcio. Anche il Napoli vuole tornare in alto. «La società finora ha firmato un ottimo mercato: Cigarini, Quagliarella, De Sanctis e gli altri sono tutti bravi». Quagliarella, il colpo da 90. Un altro napoletano. Proprio come Ferrara: «Per lui sarà una stagione importante: ha coronato il sogno di vestire la maglia della squadra della sua città, gli auguro di vincere come è capitato a me. In Nazionale l’ho visto bene, ma credo che avvertirà anche il peso di doversi confrontare con la sua gente: è molto bravo, sono convinto che si destreggerà alla grande». Proprio come farà Fabio Cannavaro, neo juventino contestato ingenerosamente a Torino. «Fabio è un campione, un giocatore che fa la fortuna di chi lo allena – continua Ferrara -: ha carattere e esperienza per non temere critiche». Un pericolo in cui potrebbe incappare Lavezzi al rientro dall’Argentina: «Non spetta a me giudicarea». Qualcuno ha paragonato il Pocho a Maradona: «Diego era Diego, unico. E poi, non mischiava la vita privata con il campo». Il Pibe rimanda a Sasà Carmando, neo pensionato: «Un grandissimo. Un uomo che ha fatto la storia del Napoli: mancherà a tutto il calcio». Intorno a lui, centinaia di bambini. I talenti di domani: «La Campania è un serbatoio naturale: ho già pescato da queste parti, lo farò ancora».

Fonte: Il Mattino

di VL