Incalza quindi il direttore Cucci a proposito della cattiveria, precisando: “la chiamiamo cattiveria, ma credo che sia vestire il proprio ruolo in termini di importanza: quando vedi una società che fa certi sforzi bisogna avere un passo superiore per meritarsi la fiducia che ti ha dato”.

Passaggio ripetuto di palla tra i due intervistati, e, riprendendo, Carozzieri aggiunge: “due grandi ingenuità del Napoli. Il difensore non aspetta l'uscita del portiere ma butta via la palla. Ma sono cose che capitano. Ho visto un buon Napoli, ha creato tanto e non ha avuto fortuna. Quella rabbia – tornando alla deteminazione - che ho visto in Zenga, che urlava sempre, non lo vista invece in Donadoni”.

E la risposta di Cucci che, anche un po' ironicamente, afferma: “Donadoni lo conosciamo, è uno che se si dovesse mettere a urlare o è impazzito o è rinato. Ma abbiamo sentito anche cosa voleva dire Zenga con la provocazione scudetto. Per dare entusiasmo è una carta da giocare. Il Napoli non ha bisogno di Donadoni che urli, ma deve sentire dentro di sè il bisogno di esprimersi al meglio”.

In conclusione la valutazione del difensore palermitano sulle possibilità in campionato delle due formazioni che si sono affrontate ieri al Barbera: “adesso è presto. Sognare o ambire a un qualcosa di bello non fa male. Quando il mister dice “scudetto”, dice questa cosa per dare una carica in più. Penso che sono due squadre che per il valore che hanno potranno fare un grande campionato”.

Fonte: radio goal

di Emanuele Gargiulo