

Il campionato è di quelli tristi e spenti, nonostante in prima fila ci sia una peregrina novità: la Samp. Tutto scorre e scorre male tra gioco pessimo, partite inguardabili, colpi di fortuna e le solite “sventure” arbitrali. Ad anticipare un così vistoso declino dell’italico pallone la fuga di quei campioni di nome Kakà o Ibra, ma non solo. Siamo alla frutta e il mondiale (un altro colpo di fortuna sarebbe davvero troppo…) dimostrerà definitivamente quello che l’italico pallone vale oggi rispetto al calcio spagnolo o a quello inglese (e non solo). Anche gli svizzeri e i francesi fanno sorprese ai nostri (si veda come il Basilea ha umiliato la Roma…).
In un clima di sfacelo generale pochi guizzi e poche vittorie convincenti. Vince anche il nostro Napoli nell’ultima uscita casalinga, tra i fischi di un San Paolo giustamente scontento, confuso e infelice e un gioco da reperire nell’isola che non che non c’era e che non c’è. Un gioco che non c’è, illuminato soltanto dai temporanei guizzi di Marekiaro Hamsik, qualche galoppata di Lavezzi e qualche tentativo mal concluso di Quagliarella, i soli tre talenti che abbiamo.
L’analisi è di quelle dure, le colpe vanno in ogni direzione, ma oggi forse possiamo essere un po’ più sereni. Oltre alla vittoria – per quanto afferrata con le unghie e con i denti e in mezzo a non poche difficoltà – abbiamo qualche motivo per cui gioire. Almeno uno. Ci siamo scrollati di dosso il primo peso morto (e scusate la boutade..). C’è chi con un po’ di cattiveria e in un clima da striscia la notizia l’ha chiamato Gabibbo, chi ancora ha fatto di peggio. Noi lo consideravamo solo un peso morto, uno che ha condotto il mercato puntando sì sul colpo grosso (Quagliarella), ma non rendendosi conto delle mancanze cui la squadra andava incontro, dando luogo a cessioni che hanno non poco di opinabile (vedi alla voce Blasi o Mannini) e ascoltando troppo un altro campione di tattica e schemi di gioco, quel Mister X, che chi scrive non ha mai apprezzato: né alla guida della nazionale, né tanto meno alla guida del Napoli. Fuori il dg, ma la strada da percorrere è di quelle ancora lunghe.
Ad ora possiamo dire meno uno, sperando che il nuovo corso sia migliore del primo. Ma ci vorrebbero anche un meno due e meno tre. De Laurentiis - tornato dagli States - forse sta aprendo gli occhi e forse ha iniziato a capire che quest’anno non si può scherzare ancora. Altro che Reja. Perché se l’anno scorso non ci fosse stato il mister friulano e non ci fosse stata la preparazione per l’intertoto che aveva reso i nostri più dinamici – almeno ad inizio stagione – ci sarebbe stato ben poco da gioire. Donadoni ha guidato la squadra con risultati da retrocessione (e a nulla sarebbe valso il tanto sbandierato successo tra le mura amiche contro la prima della classe). Donadoni dovrebbe essere il secondo della lista, il secondo peso da scrollarsi. Prima che scoppi la polemica, non ci dite o non ci scrivete che facciamo questo di mestiere (lotta alla società o affini). Chi scrive l’ha sempre reputato inadatto non solo a gestire il gruppo, ma soprattutto ad organizzare il gioco. Ci sono in giro fior fiori di allenatori, da Mazzarri a Delio Rossi, gente abituata a lottare e a sudare che potrebbe essere messa alla prova almeno per questa stagione. E ci sono in giro allenatori che non si lasciano irretire e impaurire da un cognome di lusso, come quello di Cannavaro. Perché il nuovo corso, pur tenendo conto dei tanti infortuni che stanno funestando il reparto difensivo, dovrebbe partire anche da lì, con un mister in grado di far accomodare il capitano in panchina. Non si può giocare con uno che non raddoppia sul compagno in difficoltà e si gode lo spettacolo di Maccarone che va a rete. E non abbiamo da aggiungere altro. Sarebbe cattivo abbassarsi al livello di certi tifosi che lo vorrebbero come venditore di noccioline in curva B. Ad ognuno il suo mestiere. A Paolo va più che bene quello di spettatore (dalla panchina). Finito? No, non abbiamo finito. Non c’è due senza tre e per la verità non c’è nemmeno tre senza quattro. Due senza tre. Forse vi dirà poco il nome Baldari. Dirà molto ai nostri colleghi. E’ l’addetto stampa del Napoli, un moderno Azzeccagarbugli. Lui decide chi deve parlare e quando, lui nega o regala accrediti, promuove e rimuove “silenzi stampa”. Un altro che a crear “casino” (permetteteci il francesismo) è il non plus ultra. Non c’è tre senza quattro. Una strigliata andrebbe fatta anche al presidente, troppo distratto da film, cine-panettoni e presentazioni in grande stile e poco attento a chi lo circonda e non solo. Ora consigliere di lega, dovrebbe farsi un po’ sentire da Collina e compagni. A meno che non voglia che il nostro Napoli detenga un primato, quello più assurdo, quello della squadra con più torti e sviste arbitrali subiti. Non è bastato Tagliavento. Ieri abbiamo vinto, vero, ma il rigore su Maggio? Forse è venuto il momento di alzare la voce e non tanto contro chi alla fine, dopo un po’ di telenovela estiva, prova a correre e a sudare, ma contro tutti quelli che questo Napoli o non sono in grado di guidarlo o lo umiliano come non merita. Tutti: che siano giocatori, mister, addetti stampa o classe arbitrale. Ora più che mai – e scusate il fare un po’ dittatoriale – urge la voce grossa del padrone. Aggiungere altro? Guardare le vicende altrui? C’è poco da ridere: Mourinho si arrabbia e perde, la Juve pareggia in casa con il Bologna e poteva pure andar peggio, la Roma che sembrava rinata se ne torna da Catania con una mezza rapina a mano armata (vuoi De Rossi, vuoi il guardialinee), il grifone stanco soccombe ad Udine, la Fiorentina va ma non convince. Che storia triste, che triste campionato. Aspettiamo lo scontro tra deluse: Roma da un lato e Napoli dall’altro e vediamo se tira aria nuova.
Fonte: Pianetazzurro
di Renata Scielzo

basta con la storia degli arbitri
Di soledimezzanotte - scritto il 28/09/2009 16:58:05
Ma perche' in Italia si tirano in ballo sempre gli arbitri? In altri campionati se l'arbitro sbaglia si mette la palla al centro e si continua a giocare. . .
Nell'articolo avete fatto riferimento al rigore negato su maggio sul quale ( ieri sera ho visto tutte le trasmissioni sportive, nazionali e non) , si puo' dibattere all'infinito se c'era o meno. . . e poi ok non l'ha dato pero il primo gol era chiaramente da annullare in seguito al fallo di Datolo. . . dovete dire anche questo. . . così come probabilmente c'era un rigore dubbio nel finale per il Siena. Capisco che i tifosi tirano sempre l'acqua al loro mulino, io per primo, ma almeno voi che scrivete gli articoli dovreste essere piu' razionali. . .